Poesie Senigalliesi » Blog Archive » L’osteria
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Sfocato e ricorrente
l’antica immagine
di un vecchio e un bimbo
risale il fiume della memoria.
Le brume opache, fredde, umide
di giorni vicino all’inverno
riportano la mia, esile, infantile, piccola mano
chiusa in quella ben più grande del nonno.
Patriarca, alla deriva su un relitto di arcaici valori familiari
scambiare la propria solitudine
con quella di altri naufraghi
in un mare che di acqua non era.

L’osteria

Luogo deputato a lenire
malinconie di povera gente
così me la ricordo:
fumose di cattivo tabacco
aliti acidi di pessimo vino
lupini, becche, fave secche
uova sode
insensate diatribe
voci alterate, risate squacquerate…
Bestemmie; silenzi assenti.
Gremita di uomini poveri -
vecchi di fatica, ebeti di vino
seduti su panche traballante o sedie impagliate
assuefatti al lezzo acre di sudore e urina
umori non celati di un’umanità sanguigna.
Non vive più oggi l’osteria.
Ma gli uomini continuano
a naufragare in un mare
che di acqua non è.

Fausto Silvi

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