Poesie Senigalliesi » Blog Archive » Giramond’ – girotond’ (filastrocca per i bambini)
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C’è chi vien’ da vicin’
e fa ‘l pass’ da lumachin’;
c’è chi part’ da luntan’
e va d’ fuga o va pian’;
s(e) va pian’ nun s(e) la pia,
tant’ arriva e po’ va via.

C’è chi vien’ ‘na volta al giorn’
e pogh’ dop’ arfà ritorn’;
c’è chi vien’ ‘na volta al mes’
e sparagna sull’ spes;
c’è chi vien’ ‘na volta all’ann’
e nun fa ben’ e nun fa dann’.

S(e) po’ vien’ quant’ ‘ i par’
pol’ gì ai monti oppur al mar’;
e s(e) vien’ a casa mia
purtass’ almen’ l’all(e)gria,
aculmò s’ canta e s’ sona
e ch’ ‘l Signor’ la mandi bona.

Franco Patonico

3 Responses to “Giramond’ – girotond’ (filastrocca per i bambini)”

    carineria quasi gigantesca.

    Venire, avvicinarsi, arrivare, fare visita: amare vuol dire condividere con l’Altro il medesimo tempo ed il medesimo spazio.
    Il Poeta ci presenta una musicalissima filastrocca per bambini; e quello dell’infanzia è il delicato momento in cui è necessario insegnare ai “cuccioli d’uomo” il significato dell’amore, ed anche la fatica ed il sacrificio che l’amare implica.
    Molto significativa la concatenazione delle strofe, nella prima delle quali viene fatto uso di un’originale metafora topologica, così da generare – in maniera quasi tomistica – una personale scala dei “gradi dell’amore”.
    La seconda strofa, poi, ripropone la stessa ratio della prima, ma in chiave cronologica, così da rinforzare l’intento pedagogico di rappresentare la qualità attraverso la quantità, ovvero ciò che non è misurabile attraverso una spazio-temporalità di grande potenza icastica.
    La terza e ultima strofa, infine, risolve la tensione etico-estetica in una sorta di apocatastasi, di agape escatologica, in cui trionfa il valore della Gratuità come conditio-sine-qua-non della “fatica d’amare”.
    Una poesia bellissima, estremamente attuale, che riesce appieno nel nobile intento nutrire l’immaginario del lettore di speranza e fiducia nell’Uomo.

    G.B.

    ERRATA CORRIGE: ultima riga – “… di nutrire”.

    G.B.

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