Poesie Senigalliesi » Blog Archive » Uttobr’
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E’ ottobre,
trascorrere un pomeriggio in casa,
intorno ad un fornello con le caldarroste,
vin brulè ed un mazzo di carte , può sicuramente divertirci …..
a condizione che il tempo brutto non duri troppo!

S’è vultat’ ‘n temp’ trist’
e tira ‘l vent’ d’ bora;
anch’ogg(i) ho bell’e vist’
ch’ n’è aria d’ sta fora.

L’autunn’ è incuminciat’
ormai da qualch’ giorn’
e ch’ ‘l temp’ è gambiat’
basta a guardass’intorn’,

da com’ s’ vest’ la gent’,
dal d(e)sert’d’ la marina,
dal rumor’ ch’ s’ sent’,
e dai prufumi d’ cucina.

A casa mia hann’ pres’ post’
e hann’ scelt’ ‘n bel’ canton;
l’ castagn’ cott’ a rost’
su ‘n furnell’ a garbon’.

S’ discorr’ e s’ gioga a cart’
e d’ più, ch’ poi vulè!
I p-nsieri van’ da part’,
sa ‘n bicchier’ d’ vin’ brulè.

Uttobr’ benturnat’,
sei stat’ ‘n bel’ pr(e)test’:
quei d’ casa hai ardunat’,
ma fa ch’ t’armetti prest’.

Franco Patonico

4 Responses to “Uttobr’”

    Veramente bella…

    Le immagini scorrono senza fatica nella mente, l’una accanto all’altra, quasi come in un cortometraggio, accompagnate dall’uso sapientemente musicale del dialetto. I versi sono estremamente plastici: pare di percepire l’odore dolcemente acre della salsedine autunnale e la sferza del vento freddo sul viso; e poi i profumi della casa, col suo calore, col vociare spensierato delle persone, e quindi la luce soffusa che illumina i volti dei giocatori di carte…

    Perfetto è l’impianto formale del componimento, con una simmetria che non è solo un raffinato divertissement geometrico; e si noti come a metà della terza strofa – ovvero di tutta la poesia – avviene il passaggio, elegantemente impercettibile, dall’esterno all’interno, dalla dimensione esteriore a quella interiore.

    Dicevo che la simmetria non è solo formale, poiché essa ha anche un valore simbolico che rimanda all’equilibrio, all’equa compenetrazione esistenziale tra gli affetti familiari e le relazioni sociali, all’osmosi semantica tra la bellezza del contatto con la natura e dell’esperienza estetica del cibo. E tale artificio retorico, che non pone mai termine al ciclo delle riletture e delle reinterpretazioni, diviene infine metafora dell’eterno ritorno delle stagioni e della Storia stessa.

    G.B.

    ERRATA CORRIGE – quartultima riga: “… all’osmosi semantica tra la bellezza del contatto con la natura e l’esperienza estetica del cibo.”

    G.B.

    due carinerie : la poesia e il commento . bravi bravissimi.

    mi piace la musica la poesia l’armonia
    sono di senigallia
    manco da 20 anni e ogni volta che leggo nel mio vecchio dialetto faccio fatica

    debbo tradurre e tradurre poi arrivo
    ma trovo il mio vecchio duro dialetto difficile quanto il friulano
    mi spiace sento l’odore della tua poesia che mi par bella ma mi hai fatto faticare assai per capire
    che peccato quasi dimenticare il dialetto d’origine.
    bravo comunque tu.
    “Cose”
    dario.

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