Un giorno deporrò tutte le armi
per affrontar il viaggio nella mente
poiché vano sarà il richiamarmi
dall’aldilà che dura eternamente.
Se nulla sono stato, or dunque sono,
anche se poi sarò così com’ero;
dal mondo partirò senza frastuono
e di nessun ricordo prigioniero.
Io ti combatterò fatale sorte
per l’ombra che proietti sulla vita,
ma poi le braccia tese saran corte
e debole la presa delle dita.
So che l’impeto mio non ti sbaraglia,
e il gelo annienterà questo calore,
ma da guerriero, ti darò battaglia,
e alfin sarò di certo il vincitore
Franco Patonico
bella bellissima ..
Sentii un funerale,nel cervello
e i passi pesanti di chi mi piangeva
avanti e indietro,lenti,finche
-mi parve-il senso prendesse ad affiorare-
E quando tutti furono seduti,
il Rito come un suono di tamburo-
un ansito continuo finché mi parve
che la mente mi si intorpidisse-
E poi li udii sollevare la cassa,
e scricchiolarmi nell’anima,
con gli stessi stivali di piombo,di nuovo,
e poi lo spazio cominciò a suonare a morto,
come se i cieli fossero una campana
e l’essere, un orecchio,
e io e il silenzio, una razza strana,
naufraga, solitaria, qui.
E poi un asse nel cervello si spezzò,
e caddi giù, e giù-colpendo
un mondo-a ogni tuffo
e finii col capire, allora.
(Emily Dickinson)
Left by enrico dignani on aprile 3rd, 2009