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Era il mio primo respiro,
e tu m’entrasti in corpo
voluttuosa, sana, fresca
entrasti in me e mi riempisti

Con il primo vagito
iniziai il viaggo mio
e tu mia compagna
per sempre mi affiancasti

Era il conoscere te,
che, seppur invisibile,
mi dava la forza di vivere.
In tanti modi ti ho conosciuta
ed in tanti modi mi sembravi

Ovunque fosti presente,
soffice, come una piuma
di pulcino che pigolando
attende la chioccia

Profumata come un fiore,
che al turbinar del vento
dondola tra le foglie
e spande il nettare suo

Ti sentii calda d’estate
sotto il sole bruciante,
se all’ombra mi riparavo
tu in volto mi arrivavi

D’inverno, sulla neve candida,
fredda m’entravi in corpo
e sbuffando come vaporiera,
uscivi dalle mie labbra, fumando

Umida in autunno lasciavi
tra le cadute foglie, goggioline di rugiada e giravi sul soffice tappeto,
inondando di tracce del tuo passaggio

Tiepida in primavera, all’alba
mi avvolgevi teneramente,
ed al crescere del sole
e tra le nubi, vagavi sulle brughiere

Bagnata dalla pioggia
sopra e sotto l’ombrello,
in una giornata triste
mi accompagnasti ovunque

Asciutta nel deserto
fra le dune di sabbia
all’ombra delle palme riposavi
in compagnia di viandanti

In cielo, presente ovunque,
con rondini, aquile e uccelli tutti,
vagavi attorno alla terra
di azzurro colore trasparente

Tutto il tempo che con me passasti
a tanti offrivi lo stesso impegno
da sempre tu esisti, prima di me
e prima di tanti altri.

Ora per me il viaggio è terminato,
tu continua il tuo. Eternamente.
al fianco di mio figlio. Accompagnalo.
Te lo affido, abbine cura.

E come il primo giorno
era entrata in me,
oggi da me per sempre se ne uscita.
Era l’ultimo respiro d’aria.

Ilario Bernacchia
12 ottobre 2008

One Response to “La mia compagna”

    Leggo e rimango senza respiro, svuotato, risucchiato nel vuoto dell’assenza come l’aria che mi manca ora… Lì c’è la mia essenza.
    Grazie, Ilario.

    NuevoRilke

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