Poesie Senigalliesi » Blog Archive » Sa come prendermi il braccio
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Capelli nerissimi
Sorride con occhi che hanno visto

Parigi sempre nel cuore

Angoli che non conosco
Il nome della scrittrice francese
le sfugge
Non ricorda
si morde le labbra
Vorrebbe dirmi
parlare di programmi televisivi
fuori orario

E’ la sua voce calma
carica di entusiasmi
pronta ad aggredire la vita

In Ancona
ci sono amici
per bere
ridere
mangiare

Conoscerci

Che strano
vederla dietro il banco
la Farmacista

Incontrarla per strada
pare uscita dal BO’
appena da poco
E’ senza età
sempre curiosa

Desidera sapere
vedere
vivere
con colta bramosia
Come una bambina
educata in collegio

Pronta a scattare
riprendersi il tempo fuggito

Un semplice grembiule
bianco
sciolto sui fianchi

Appare elegante

Una passeggiata sotto i portici
stretti-stretti
Attenti a non bagnarsi

Fuori piove.

Dario Petrolati
Padova 4 maggio 2007
www.dariopetrolati.it

15 Responses to “Sa come prendermi il braccio”

    Bella Dario… Mi incantate, tu e il Digna! :-)

    Grazie,
    il sorriso ed tuo apprezzamento mi fanno piacere.
    Grazie Smile.
    dario

    Per opportuna conoscenza:
    quanto descritto riferisce fatti e luoghi realmente esistenti.
    La Farmacia al Carmine è in Piazza Petrarca di fronte alla Basilica del Carmine,a me tanto cara.
    Affettuosi saluti a tutti.
    dario.

    bella bellissima …
    wikipedia..
    La Basilica del Carmine è una chiesa di Padova. Fu edificata nel XVI secolo su progetto di Lorenzo da Bologna a partire da una più antica chiesa trecentesca. La costruzione è stata più volte rimaneggiata nel corso dei secoli e l’attuale facciata è stata completata nel Settecento.

    A fianco della basilica sorge la Scoletta del Carmine decorata con affreschi opera di Girolamo Tessari, Giulio Campagnola e Stefano dell’Arzere.

    Grazie Enrico,
    completare quanto io ho tentato di dire,descrivere culturalmente così come tu sai fare è opera positiva.M’inorgoglisce il fatto che tu faccia ricerche e completi i miei inizi,fatti di aria.
    La cupola ,enorme,verde, della Basilica, io vedo ogni mattina dall’alto del cavalcavia della stazione quando vengo in ufficio.Per qualche istante mi pare si blocchi il respiro tutto per l’emozione.Dall’alto del cavalcavia compare somma la cupola , in fondo giù a sinistra, quasi al termine del Piazzale Mazzini,che quì a Padova TUTTI chiamano Piazza.Vastissima colma di alberi enormi,frequentata da diseredati e puttane.Gli avanzi della città dormono sulle panchine di ghisa e dividono il cibo con i piccioni che giocano sempre attorno allo stupido monumento dell’esule fondatore della Giovane Italia.Attaccato alla Basilica ( scusa la mia ignoranza espressiva)sorge un campanile stupendo per la sua dignità,alto e simile a quello di Pomposa.Desidero tu sappia che malih legge spesso le mie osservazioni e le poesie di questi angoli di Padova.Città in cui ha studiato.Mi ringrazia,addirittura mi è grato chè gli ricordo i posti ove ha vissuto.
    Grazie della collaborazione Enrico,spero di diventare un poco più sereno, in modo d’avere coraggio e presentarmi, così che non diciate: Dario ?, tutto quì?
    Ho sempre paura,diciamo vergogna di deludere.
    Ciao Enrico.
    dario

    Il nome del nostro ospite è:malih.
    mi era sfuggito il mause.
    scusa e grazie dello spirito di sopportazione.
    dario

    MALIH
    dario

    :-)

    .. io non credo di essere bello come un pacchetto di Marlboro …

    ……ho creduto di sentire stanotte,la voce di Federica.La radiolina che sempre accesa mi porto dietro , trasmetteva una lettura di Achille Millo ,tratta da La Bella Estate di Pavese. Federica Anselmi ed io, leggevamo a 18 anni e gustavamo quelle cose là.Ho provato disagio, non l’ho più dimenticata, ho tentato invano di alzarmi , nulla da fare.Federica camminava rasente il muro del Corso a Senigallia,faceva due giri, al massimo 4.Usciva di casa per riposare la mente,faceva il Classico sotto i portici Ercolani,tra il muro e la sua distinta figura non c’era spazio, sola arrivava in cima al Corso,al massimo raggiungeva i giardini Angelica Catalani,tornava in dietro o pel Corso o per Via Mastai.Io rubavo la sua figura col batticuore.Durava sempre pochissimo, la nostra passeggiata, le chiamavano ” vasche “, l’andare e venire .Scusa se mi fermo,ho spento la radiolina,il Bolero di Ravel ha quest’ora non ci vuole,carico la testa di troppe cose.D’improvviso ,come era logico Federica prese una facoltà di studi, non so dove,io andai a Napoli dove cominciai ad essere indipendente.Da quei tempi lontani nulla ho più saputo di Federica.
    Era la sorella più piccola di Sergio Anselmi.Federica aveva i capelli neri come l’attuale mia signora dai Capelli Turchini che incontro alla Wiennese.Ciao Enrico,io fumavo le Caporal, senza filro,abbracciami SMILE,senza toccarla con gli occhi.
    Ah.che strano rapporto,credo di volervi anche bene.A te da amico prezioso, a SMILE è tutta un’altra cosa, e lei lo sa. mi manda sempre a bere camomille.Ora vado alla Wiennese, ciao amico.
    dario.

    Caro Dario, visto che sito indrio de parlar de mi, vurria anca mi ciacolar un fiatin con voi altri ma non savaria da dove scominsar. Ora te saluto e vado a torre un un toco de vin nel bar qua de drio. Ciao vecio, stame ben.-

    ……..Il Salone del libro.
    Al Lingotto,su radiotre in diretta,c’è gente che si muove,ci va,c’è andata.Anche quest’anno sto perdendo questa occasione.In macchina,in treno,ci vuol poco,aspetto che chiuda eppoi mi lamenterò.Ogni anno programmo la visita,le amicizie con cui andare,poi tutto,piano-piano lascio che vada,anche quest’anno.Avrei rivisto Torino almeno,i portici,Corso Francia,Piazza San Carlo ,le vie ove ho vissuto sgarbatamente quasi tre anni.Altrimenti che senso avrebbe,privarsi anche dell’ovvio, del poco desiderato gratuito.
    Chiudo gli occhi,dopo avere inforcato gli occhiali scuri,col morale sotto i tacchi imboccherò Ponte Molino,arriverò alla Libreria Draghi.Attraverso i vetri cercherò l’amico Randi.L’ultima volta mi accolse con gioia,quasi tremante mi presentò a tutti gli astanti: ecco questo è un poeta,ha l’anima del Leopardi racchiusa dentro,è l’autore di quella poesia scritta in occasione di una mia visita al Centro ove lavora-studia.E’ mio amico,si chiama Petrolati.
    Così mi ricevette il Sig. Randi, tutti mi guardavano ed io non dissi nulla.Mi girai,salutai,non ricordo.
    Ho indosso quel ridicolo foulard arancione-da primavera Ucraina-fuori c’è il sole,cosa altro non so era ancora buio quando arrivai.
    Vado.
    dario

    SMILE,
    quando scivolerai su questa pagina sappi che stamane ho cercato di non pensarti.
    Dopo un mese di assenza è tornata Cristina,tutta abbronzata.
    E’ stata al Lido e il sole l’ha sfiorata tutta,dalla punta dei piedi ai capelli che ricordavo più corti.
    Con gli occhiali scuri , mentre la gatta del cortile si strofinava sulle sue caviglie,ci siamo detti e non detto cose che io pensavo per te.
    Arriva gente per chiacchierare.
    Esco a malincuore.
    Vado alla Wiennese,originale.
    Ciao SMILE a,domani
    dario

    SMILE,
    dalla Spagna mi ha scritto Maria.
    La ragazza che fuggì da Padova,tutta infatuata di Tina Modotti.
    Desidera,mi incita a scrivere di me , parlare di me,perchè,dice, che io scrivo solo di altri.
    Il mio blog vorrebbe gli cambiassi titolo, almeno un’altra raccolta di poesie su me.La cosa mi pare assolutamente incomprensibile, sono così pieno di me.
    Comunque le visite che ricevo dalla Spagna sono circa 40 al giorno, mi pare strano.
    Boh.
    Oggi sono nervoso e confuso.
    Desidero sentite la tua voce.
    dario

    …….Malih,solo ora ho visto le tue righe.Scusami il ritardo,mi eri sfuggito,cavolo che fatica però a capire stò dialetto.
    Benvenuto, anzi grazie per la visita.
    dario

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