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Mezzanotte,
mille pensieri con cui faccio a
botte;
e di nuovo la mia lotta,
contro la noia,
la tristezza,
sono di nuovo ai ferri corti;
con l’intero creato;
ma non mi fermo,
e lotto come posso,
anche se sono,
tutto rotto,
per avere diritto a scegliere,
per avere,
una vita normale,
a modo mio;
scelta d a me, voluta
come voglio io.

Stefano Medel

7 Responses to “Mezzanotte a Senigallia”

    Stefano,
    la tua poesia è terribilmente bella.
    Ho capito,ho capito.
    Meriti ,ci tengo,un giudizio serio e profondo.
    Ora debbo partire subito.
    Ci risentiremo prestissimo
    dario

    bella bellima … un sorriso attivo e sistematico …

    Stefano,
    ancora non posso risponderti,sento giusta la tua ribellione.
    Sono con te,
    dario

    Caro Stefano,
    il tuo cognome , prima del contenuto dei tuoi pensieri,mi ha attirato come se fosse una delle Piazze di Trieste.
    Magari sei in grado di dirmi da dove provieni?
    Leggerti mi commuove,c’è dentro una soffocata ribellione,mista a solitudine-dubbi-onestà che mi sembra di capire tu abbia una predisposizione per altri posti lontani,moltani,sempre lontani da dove ti trovi.
    La tua sensibilità non ha nè colpito nè incuriosito gli altri ” poeti del circolo “.
    Non capisco,eppure Smile ed Enrico sono due ai quali non sfugge nulla.Io li stimo molto.E se srivo qualcosa e i due amici non dicono nulla me ne dispiace.
    Vedi, scusa se mi permetto,di colloquiarci di rompergli le scatole,vedrai che ti diranno qualcosa.
    Non è possibile che i tuoi pensieri passino così senza commento alcuno.
    Per quel poco che serve io ti seguo,ti darei una mano,ma non so dove toccarti se tu non mi porgi un dito, se credi fammi un cenno,sappi però che sono estremamente negativo,sono pessimista fino all’impossibile,se guardi il mio Blog, ti accorgerai che il mio mondo è circondato di soli rimpianti
    inconcreto, deideri impossibili,vaghezze e vigliaccherie.Cosa leggi, non so, cosa vedi non immagino.
    Se vuoi, ti regalo la mia amicizia.
    Ciao Stefano.
    dario

    Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
    arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
    il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
    di me, con un terrore di ubriaco.

    Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
    alberi case colli per l’inganno consueto.
    Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
    tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

    Eugenio Montale

    Caro Enrico,
    ancora una volta,se non bastasse,riesci a rispondere, magari tramite versi-pensieri altrui così senza tanti fronzoli e storie.Stavolta mi ha dato lezione con Montale,poeta che ,difficilissimo,io amo molto e credevo di conoscere.Da quale raccolta hai trovato i versi menzionati,ho diverse raccolte del poeta genovese,quelli da te menzionati non li ricordo.Più tardi vedrò tr le varie raccolte,proprio non li ricordo.Sono stupendi ,terribili,punitivi.Me li sento sulla pelle come se avessi commesso un peccato.
    E’ sempre strano,dispettoso ed anche agre ciò che metti giù su questi spazi,c’è sempre un aria didattica che pare di vedere le mani tue indicare come si fa , come si dice,mentre magari ridi eppoi butti tutto sul ridere.Ho la sensazione che tu sia un giudice,severo-molto di vita,
    Comunque leggerti è sempre un arricchimento palpitante,
    dario.

    .. su yahoo .. scrivi Montale .. cerchi .. stampi ..
    il difficilissimo cioè che non dà possibilità di percorso filologico
    và cestinato in quanto scemo .. Montale compreso …
    I think..
    fare il saputello è divertente.. ciao

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