Poesie Senigalliesi » Blog Archive » Il micio nello stadio
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Un volgare assassino
di pettirossi
esplora l’infrastruttura vuota
dell’umana forse immortale
feriale assenza.
Sono belli i felini.
Soggetto soggetto a dubbi
il forse immortale
soggetto orfano di Dio
sta crescendo
la sua fiducia l’ha data
ad un bel chiunque di cui si fida
lo stato essendo stato era
il poliziotto e l’architetto
lavorano bene
lo stadio e la chiesa
sono buone fisioterapie.
Il volgare assassino
di pettirossi
esplora l’infrastruttura vuota
dell’umana forse immortale
feriale assenza.

Enrico Dignani
enricodignani.blogspot.com/

5 Responses to “Il micio nello stadio”

    FINALMENTE ENRICO,
    a forza di insistere sei venuto a farti leggere di nuovo.
    Desidero essere il primo ad esprimerti i miei complimenti.
    Chiariamo un fatto però.
    Ogni volta che ti leggo,debbo fermarmi,pensare,ripensare,alzarmi e mi passa spesso il dubbio se ci provi gusto oppure no.
    Mi spiego.Il tuo stile mi incuriosisce,mi attira,si vede che sei,SEI,sta di fatto che subito non capisco ed allora debbo rileggerti.Leggere riga per riga,piano,piano per capire.
    Perche?
    C’è una sfida continua,mi pare,tra intelligenza e superficialità ( mia ).
    Allora più modestamente ritorno a rileggerti perchè voglio capire.
    Grazie,per essere tornato.
    Auguri,dario.

    .. è facile indosso un micio e contemplo l’assenza feriale degli umani.. con questo pretesto
    cerco di spiegarmeli …

    Mi piace come sempre Digna! Forse sono la scema del gruppo, ma io le ascolto le tue poesie, non le leggo… E ascoltandole mi pare sempre di capirle (e se non è vero ed è parso solo a me, ciccia!). Mi piacciono. E il micio che anch’io indosso (una micia, in realtà) è d’accordo con me. Buona “presenza” feriale (grande privilegio dei disumani), :-)

    Cara Smile,amico Enrico,
    la luna enorme ,bianca,spezzata che appare stamane quì sopra Piazzale Mazzini,di fianco la Basilica del Carmine,appena socchiusa,mi sembra spiona, quasi sta a giudicare il vostro vedere-sentire e me che scappo a momenti alla Wiennese a prendermi IL CAFFE’.Il vostro sentire,il mondo che vi circonda mi è così lontano-estraneo che penso a volte di essere un intruso.Quasi dessi fastidio mi vengono anche più forti incertezze ed amari stupori.Vorrei tanto partecipare al vostro mondo.
    Non so , mi sembra una crudele presa in giro,perchè vi capite subito con due parole?
    Sono lontano,ma esisto perdio.
    dario.

    Non te la prendere, Dario… Nessuno è un intruso e nessuno è mai fino in fondo dentro il mondo di un altro. Almeno, così io credo. E ciascuno di noi si alimenta dei sentimenti (i versi, in particolare) che gli altri sanno esprimere. Tu sei “alimento” in un modo, Digna in un altro. Non una alternativa, ma un completamento…
    Buona Pasqua, un abbraccio
    :-)

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