Poesie Senigalliesi » Blog Archive » Quel Libro da Signorine
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Perdersi
confondersi
espatriare da se stessi

Così è l’amore
guardando il tuo volto
Emozione del cuore
che batte-batte
ecco s’inceppa
quasi si blocca
Seppur girata
di schiena
vedo ciglia nere
occhi lucidi
bocca socchiusa
Tutta tirata
Seriosa
aspetti una carezza
lievissima
discreta
desiderata
immaginata

Una folata
di vento filmato
solleva la tua camicetta
Scopre i seni
turgidi
gonfi
il ventre teso
e larghi fianchi
generosi
offerti sul piatto d’argento

Lo sguardo severo
m’impone compostezza

Malinconica stamane
depressa
troppo sola
Voglia di parlare

Posso solo guardarti
dire
Nascosto
affogare a te
vicino

Sei con la testa
altrove.

Dario Petrolati
www.dariopetrolati.it
30 dicembre 2006

4 Responses to “Quel Libro da Signorine”

    Che bellissima poesia Dario. Complimenti.
    Devi essere una gran bella persona, sensibile e sensuale: un vero poeta. Confesso che non ho potuto fare a meno di identificarmi in quella donna che descrivi così magistralmente e che desidera con tutto il cuore quella carezza lieve e delicata.
    Un abbraccio
    Maria Pia

    Scrivete a questa donna.
    Parlateci,fatele svelare i segreti che la turbano.
    Ella è in perenne ansia.
    Mi ricorda Virgina Wolf.
    Aiutatela,capitela.
    dario

    Dolcissimo Dario, grazie, ma sono una donna felice ora, grazie a Dio.
    Dico grazie a Dio nel senso che è lui che mi ha salvata dalla tenebra e dalla desolazione. Certo sono anche umana, una donna, spesso debole e turbata, a volte confusa e intimorita, ma se rivolgo i miei occhi alla sua immagine, alle carni martoriate di Gesù che mi ama, ci ama, così tanto, ecco la pace, il sollievo, il balsamo della sua figura e la serenità e la gioia tornano a pervadermi.
    Ciao tenero Dario, mio grande amico.

    Cara Maria Pia,
    mi togli un peso dallo stomaco.Temevo di averti ferita ed offesa.Se ancora rispondi e leggi i miei sfoghi allora io sono sono una anima nera,indegna.Nel leggere te, Enrico e gli altri amici misento un intruso, sarà forse l’aria di Padova?
    La Piazza,la Via ,gli alberi, le mie insonni notti, la gente di giorno e quella delle prime ore del mattino mi offrono visioni di una umanità che pochi privilegiati possono assorbire.
    Non sono in pace nemmeno con le mie contraddizioni.
    E’ la mia esistenza una fuga continua e quando mi giro non trovonessuno.
    Non voglio nessuno , invoco intimamente uno sguardo sincero.
    Oggi riposa gli occhi,cerca per radio e televisione musica:E’ la giornata del cinquantenario di Arturo Toscanini.Ebbi la fortuna a Milano di conoscere Emanuela Castelbarco,allora bellissima nel suo lieve strabismo di Venere,ricordava spesso(la nipote di Toscanini)che quando scomparve in un incidente aereo Guido Cantelli ( giovane bello fine suo allievo prediletto ) chiedeva a tutti: Ma Guido, Guido quando arriva?.
    Nessuno ebbe il coraggio per molto tempo d’informarlo.
    Non c’entra molto con le nostre poesie, però trovo giusto dirtelo.Non nascondere questo ricordo oggi proprio oggi.
    Un abbraccio umido.
    dario.

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