Poesie Senigalliesi » Blog Archive » Più di te non è possibile
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Ho visto un’ arcobaleno
era bellissimo
più bello di te ..

più di te non è possibile
.. però quasi!

Ho mangiato un gelato
era buonissimo
più buono di te ..

più buono di te non è possibile
.. però quasi!

Ho ascoltato cose ragionevoli
deliziosamente indiscrete
più interessanti di te..

più interessanti di te no
..però quasi!

Ho sognato di fare l’amore
con l’On. Stefania Prestigiacomo
m’è piaciuta tantissimo
è profonda morbida e calda più di te.

No tesoro! Più di te non è possibile
.. però quasi!

Sono stato nella merda
puzzava tantissimo
come quando tu fai la stronza..

No! Che tu puzzi non è possibile
.. però quasi!

Enrico Dignani
http://enricodignani.blogspot.com/

2 Responses to “Più di te non è possibile”

    E’ un Dignani del periodo “viola” quello della poesia qui sopra. Il Dignani che nulla concede all’astrazione. Un Dignani verista che solo raramente si era appalesato nella sua precedente produzione.
    E’ il Dignani dei bassifondi, delle bettole, dei margini. Gli ambienti, per intenderci, che sono intrisi di guano morale e reale. Ma Dignani non dice “guano”. Dice “merda”. Dignani non è poeta da piedistallo. La sua non è arte che si chiude nella torre d’avorio dell’accademia pura. Dignani nella merda ci sta e forse ci vuole stare. E quindi la chiama come la si chiama nelle bettole. Nessun sinonimo, nessun eufemismo. Merda direbbe la persona comune, merda dice il poeta. E la merda è la ragione di questa poesia. Le terzine precedenti rappresentano soltanto la preparazione per la fase finale. Così stridente il contrasto tra la conclusione e la preparazione proprio per rendere evidente quella conclusione, per sottolinearla, per metterla in grassetto rispetto a tutto il resto. Qualcuno potrebbe dire che questa poesia può essere vista come un grido d’aiuto del poeta. Un suo outing per urlare al mondo: “Io sono nella merda, aiutatemi”. Sarebbe un’interpredazione “sociale” che limiterebbe (e di molto) l’altezza poetica del Dignani. Il poeta, invece, è ironico e autoironico ed il suo non è un grido di soccorso ma è un gridare al mondo: “Io sono un poeta e quindi sono un fiore”. E, come un altro poeta ha detto, è nella merda che nascono i fiori.

    parole sante … non sono poeta da piedistallo ma mi piacciono i piedistalli … se né trovo uno con il sedile in qualche piazza secondaria lo occupo volentieri e che Dio protegga i picconi .

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