L’ho trovato nel tempo di ieri
questo sasso che ora stringo
immutabile e bianco
frammento di mare
pronto a saltare sull’acqua.
Ma nella presa
mi è rimasto in mano
liscio e bianco,
che a lanciarlo
non ce la facevo, questo sasso
della riva del Cesano.
Così come andavo da bambina
e a tirarli
mi rideva il cuore
lo guardo adesso
e lo sento ancora
questo pallore piatto
di questo mare
che forse lo rivuole.
Liliana Battaglia
«Non si può “avere” un passato come si “ha” un’automobile o una scuderia di cavalli da corsa. Cioè il passato non può essere posseduto da un essere presente che gli rimanga completamente esteriore, come io rimango, per esempio, esteriore alla mia stilografica. In una parola, l’espressione di possesso, intesa nel senso ordinario di un rapporto ESTERNO del possedente con il posseduto, è insufficiente. I rapporti esterni dissimulerebbero un abisso insuperabile tra passato e presente che sarebbero due dati di fatto senza comunicazione reale. Anche l’interpretazione assoluta del presente da parte del passato, quale la concepisce Bergson, non risolve la difficoltà perché simile compenetrazione, che è organizzazione (unitaria) del passato con il presente, viene, in fondo, proprio dal passato, e non è che un rapporto di ABITAZIONE. E allora il passato può bensì essere concepito COME SE FOSSE NEL presente, ma non c’è più il modo di presentare questa immanenza altrimenti che come quella di una pietra in fondo al fiume. Il passato può abitare il presente, non può ESSERLO; è il presente che è il suo passato. Se dunque si studiano i rapporti del passato con il presente partendo dal passato, non si potranno mai stabilire tra l’uno e l’altro delle relazioni INTERNE».
J.-P. Sartre, L’ESSERE E IL NULLA, (1943), trad. it. di G. Del Bo, il Saggiatore, Milano 1965, p. 153.
Left by Giuseppe Bottazzi on agosto 21st, 2012