Anch’io odio l’estate,
Anch’io odio questo sole,
che consuma l’anima
d’inesauribile solitudine;
Anch’io odio questo calore,
che riarde il corpo
di nostalgia senza speranza.
Anch’io,
Anch’io attendo l’inverno,
che doni al mio futuro
l’algido refrigerio
di poter contemplare
questo torrido presente
dal gelo siderale
di un’atarassia senza passato.
Anch’io odio l’estate.
NuevoRilke
(Agosto 2009)
caro Rilke è sorprendente, sei colto simpatico, deve spadroneggiare il tuo bel ridere alla
maniera delle superfighe, cosa sono questi cali di zucchero? ciao.
Left by enrico dignani on agosto 18th, 2009
Zucchero?… Non ho mai scritto una “lettera a Zucchero”!
Ma seguirò il tuo consiglio: calerò il fiocco di Bruno Martino e ammainerò la randa di Sugar F.!
Ciao.
Left by NuevoRilke on agosto 18th, 2009
A Roma
quando vivevo a Roma e la sera si andava in Via Veneto o dietro Via Ludovisi c’erano quasi sempre due incontri fissi
O si scendeva da Peppino di Capri ch’era pieno di ragazzi che lui teneva allegri con le sue canzonette napolirok o c’era l’altro locale sempre attaccato pieno di “gente che si faceva” e lì regnava con le poche luci spente Bruno Martino coi denti bianchissimi la pelle sempre assolata
“E la chiamano estate” sempre durò
Ogni sera la ripeteva continuamente e le coppie si stringevano scioglievano eppoi in macchina andavano a fare l’amore
D’estate pure sotto la Rotonda me lo trovavo Bruno Martino con uno slippetto ed il culo scoperto quasi a sfidare la morale sempre tutto abbronzato con qualche vitellone di Senigallia in riva al mare
La sera a Villa Sorriso ripeteva indefesso la sua ” e la chiamano estate ”
Credo fosse il suo timbro chè come lui nessuno sapeva sentirla e dirla con aria da puttaniere simpatico eterno
Piaceva quella canzone detta come solo lui sapeva
Durò tutto fino a che visse.
Ora tutto sparito c’è questo sole quest’aria infame che non fa sognare alcuno
Tutti si lamentano
Erano altri tempi.
dario.
Left by Dario Petrolati on agosto 21st, 2009
Sono veramente disgustato dal suo commento, signor Petrolati.
Quando si tratta di “commentare” le mie poesie, non fa altro che esibire una volgarità ed un’arroganza veramente esecrabili.
Mi vergogno di Lei, della sua ignoranza e della sua prepotenza che insozzano i miei versi.
Se ha qualcosa contro il Sottoscritto (qualche sua paranoia personale, credo), lo faccia presente alla Redazione, la quale mi metterà in contatto con Lei.
Considero gratuitamente diffamanti questi commenti, e – continuo a ripeterle – la diffido nuovamente da insistere a scriverli.
Vergogna!
NuevoRilke
Left by NuevoRilke on agosto 21st, 2009
Non capisco veramente il perchè di tanta accidia,almeno mi sembra,io ci ho messo l’anima dei miei ricordi nel tentativo delle sollecitazioni suscitatemi della lettura.
Se questo è il risultato allora mi sento non soltato offeso ma radicalmente non capito e danneggiato per il tempo che credevo avere donato con piacere.
Ho trovato le righe di risposta assai colme di incomprensibile stato mentale ed allora non solo mi pento per il tempo perso ma prometto a me stesso di non leggere addirittura più ciò che scrive quella persona di cui rinuncio ormai a capire ogni ragione mentale.
Mai mi era accaduto di inciampare così.
Ogni parola riga allora è solo tempo perso.
Volgo lo sguardo altrove per recuperare una normalità di chi?.
dario.
Left by Dario Petrolati on agosto 22nd, 2009
Lei non deve capire nessun ’stato mentale’ di nessuno, Signor Petrolati, Lei si deve semplicemente limitare al rispetto delle persone!
Le poesie sono opere d’arte, e non confidenze personali rivolte a Lei.
Questo è un blog dove si fa letteratura, e non un confessionale – da Lei gestito – ove raccontare i propri ‘peccati’ in versi e riceverne o meno – e sempre da Lei – l’assoluzione.
Questo non è il suo Blog personale, ove stabilire cosa siano o meno la ‘normalità’, gli ’stati mentali’ a Lei graditi, e dove esercitare l’ipocrita parte del ‘danneggiato’.
Questo è uno spazio letterario di Poesia.
Le faccio notare, tra l’altro, che ha tentato usare un termine ‘a effetto’ come “accidia”, ma in in maniera totalmente errata, senza evidentemente conoscerne il significato, supponendo l’ignoranza di coloro che leggeranno.
Ma casca male.
Ne riporto il significato corretto, tratto dal Dizionario Devoto-Oli della Lingua Italiana:
ACCIDIA – 1) Avversione all’operare, associata all’idea di tedio oltre che a quella di neghittosità (ovvero inerzia permanente). 2) Nella morale cattolica, la negligenza nell’esercizio della virtù necessaria alla santificazione dell’anima; è uno dei sette vizi (o peccati) capitali.
NuevoRilke
Left by NuevoRilke on agosto 22nd, 2009
Ripeto:
non ho tempo da perdere
E’ forse stato un tentativo
non riuscito di gioco soltanto bambino.
A chi mi conosce chiedo scusa della distrazione in cui sono caduto.
Quale pietà per chi crede di essere qualcosa?-
Non degnerò più nemmeno uno sguardo e consiglio una doccia fredda-
E basta.
dario.
Left by Dario Petrolati on agosto 23rd, 2009
“Eine Metaphysik der Sitten ist also unentbehrlich nothwendig, nicht bloß aus einem Bewegungsgrunde der Speculation, um die Quelle der in unserer Vernunft liegenden praktischen Grundsätze zu erforschen, sondern weil die Sitten selber allerei Verderbniß unterworfen bleiben, so lange jener Leitfaden und oberste Norm ihrer richtigen Beurtheilung fehlt.”
(Immanuel Kant – Grundlegung zur Metaphysik der Sitten)
Left by NuevoRilke on agosto 23rd, 2009
*um die Quelle der A PRIORI in unserer Vernunft…
Left by NuevoRilke on agosto 23rd, 2009
http://www.poesieracconti.it/ … sito simpatico
Left by enrico dignani on agosto 23rd, 2009