Poesie Senigalliesi » Blog Archive » Choro do cansaço
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Credo che non sarei capace
di sopportare un’altra vita,
dopo la morte.

Credo che non sarei capace
di vivere un’altra esistenza,
dopo di questa.

Perché se a ciascun giorno
basta la sua pena,

allora a tutte le pene
basteranno i miei soli,
miseri giorni.

E non uno di più.

NuevoRilke
(Marzo 2009)

3 Responses to “Choro do cansaço”

    Ecco così va bene
    mi spiace per te
    cerca cerca
    io non posso darti consigli di sorta
    la filosofia esistenziale espressa nel tuo componimento mi trova daccordo però sono frutti amari.
    Ti leggo sempre ma lo pseudonimo che porti mi è insopportabile chè la grandezza del poeta ha con me un conto aperto
    Penso sia tra i più difficili e grandi del secolo breve.
    Ciao ed auguri
    dario.

    bella bellissima ..

    Buon giorno – Mezzanotte-
    torno a casa-
    è stato il Giorno a stancarsi di me-
    come avrei potuto io – di lui?

    La luce del sole era una casa
    dolcissima in cui abitare-
    ma – non mi ha voluto – il Mattino
    cosi – Buonanotte – Buongiorno!

    Me lo lascerai guardare – non è vero -
    l’Oriente che si colora di rosso?
    è allora che le colline hanno un modo di essere
    che fa sentire il cuore – altrove -

    Mezzanotte – tu non sei cosi bella -
    io avevo scelto – il Giorno -
    ma – ti prego – accetta la bambina -
    che lui ha cacciato lontano da sé!

    Emily Dickinson (1862)

    Riportando questi versi della Dickinson, credo tu abbia fatto un regalo speciale sia a me che a tutti i lettori di questo Blog, Enrico.
    Leggere i versi di questa grandissima poetessa dà quasi l’impressione sinestetica della sua vicinanza, del suo sguardo dolcissimo e profondo, del suo volto gentile e al contempo dignitosamente sofferente.
    Emily Dickinson è la donna che ogni poeta dopo di lei (io almeno) avrebbe voluto incontrare e amare; è la quintessenza della femminilità che il destino volle coltivare, come un fiore rarissimo e quasi sacro, in un luogo separato. Penso che solo così sarebbe divenuto tanto profumato quanto irraggiungibile, cosicché – anche se molto lontano nello spazio e poi nel tempo – il suo soave e potente effluvio si sarebbe potuto irradiare verso chiunque Ne avesse letto i versi, innamorandosi per sempre della Sua bellezza, ovvero della Bellezza.
    Emily Dickinson è la poesia che si fa donna e la donna che si fa poesia.
    Ciao e grazie.

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