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Arrivo finalmente,
ti parlo al telefono,
poi scendi,
col tuo giumbotto,
il tuo berretto,
i capelli che escono dal berrettino,
finalmente stò con te,
e tante cose devo dirti,
tante cose dovrei riuscire adirti,
le volte che ti ho pensato,
le volte che mi sei mancata,
e ti ho immaginata,
seduti insieme,
tu ti appoggi a me,
sento il calore del tuo corpo,
e so che non ti mollo d’un centimetro,
tu mi lascerai forse,
prima o poi,per uno ,
più giovane e più ricco,
ma io non ti lascerò,
non ti lascerò

Stefano Medel

4 Responses to “Arrivo finalmente”

    La tua freschezza
    entusiasmo
    non sciocco

    Vedrai che non ti lascerà
    auguri Stefano
    dario.

    bella bellissima .. il frequentare con i baci le fanciulle è una vertigine infinita.

    Il mondo è sempre più disumano. Leggere questi tuoi versi, Stefano, mi fa piangere di bellezza e di speranza…
    Grazie davvero.

    Continuo a rileggere i tuoi versi. Penso alle poesie d’amore di Nazim Hikmet, alla loro intensità, alla geniale semplicità (come la musica di Mozart) con cui esprimono con le parole momenti indicibilmente belli.
    E poi rileggo nuovamente la tua poesia, percependo la potenza plastica delle parole, che fanno quasi sentire il calore del corpo, la forza disperata dell’abbraccio, la grazia femminile della ragazza col berrettino.
    E’ difficile scrivere poesie d’amore, proprio perché l’intensità dei sentimenti può portare ad un semplice sfogo, ad un insieme informe e turbinoso di parole affastellate l’una sull’altra.
    E’ difficile rappresentare l’intensità di certi momenti senza perdere la compostezza e la lucidità, che sole possono dare origine al gesto poetico, ad una forma coerente e pertinente. E qui tu ci sei riuscito benissimo, Stefano, non foss’altro che per la profonda commozione che provo ogni volta che leggo questi tuoi versi.
    Ciao e ancora grazie.

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