Se quella lontana stella …
si chiudesse come un sipario …
libererebbe forse il pensiero
di me povero mortale …
e aiuterebbe chissà la mente …
a superare ogni divario …
Troppe notti nella mia memoria …
si intersecavano sbiadite …
e quante lacrime e quanto sangue …
mi guardavano con ghigno attento …
Più vicino c’era un latrato … mentre
urla di dolore si confondevano nello
spazio …
dove solo la madre terra … parlava di
futuro lontano e incerto … e dove solo
padre tempo … capiva al volo
ogni sentore … e c’era solo
l’amico vento … che da brezza
diventava d’effetto … a spinger
piano verso quel cammino lento …
che ora immagino di pietra scura …
perché le labbra troppo avare …
mi han privato del sorriso …
e gli occhi già socchiusi … non accarezzano più
il tuo viso …
Anche lo stomaco si è chiuso … e non sente più sapore …
solo smorfie di dolore accompagnano il
mio tempo …
e non danno più carezze …
solo musica un po’ incerta …
nel ricordo dei tuoi occhi …
e di un rosso che conquista …
più di un bacio o una carezza …
che ora rubo solo al vento …
che vola e passa con lentezza … e mi toglie
come un masso …
ogni forza e ogni certezza …
Sento nell’aria … il profumo dei limoni …
di uva passa e di cedri nella valle …
li nel luogo … dove nascondo il mio rancore …
dove ricordo il tuo calore … nello scritto inutile del mio diario …
Sembro quasi …
un moderno Cristo …
che attende invano il suo calvario …
A.S.