Aprire il terzo occhio per.
sfogliare una margherita,
e riconoscerla come creatura
immersa fra madre natura.
Rivivere l’emozionante risveglio di un bosco,
nella sua impalpabile musicalità.
Perdersi fra intriganti cascate cristalline
e tra morbidi pendii, appena tracciati.
Sentirsi ricchi di umanità
come sassi poetici e ninfee acquatiche,
inondate da spiragli di luce.
All’ombra di un tiglio,
in un battito di ciglia
s’ode un clamore lontano:
Canne d’organo zampillano,
infondendo un senso di Divinità
alla mia terrena precarietà.
Maria Pia Silvestrini
Come suonano forti le corde che tocchi con questa poesia..molto bella
Left by lorenzo on gennaio 5th, 2008
bella bellissima .. entra sintonizzati ed esci.
Left by enrico dignani on gennaio 7th, 2008