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Dove, nella mente del Signore, sono nascosti i cani?
Dove tornano – magiche creature –
Quando chiudono gli occhi?
Quale lutto possiamo indossare
Che non sia ridicolo?

Riti e lacrime per salutare gli uomini,
Anche quelli
che non avevano nulla da dare,
Anche quelli
che ridevano della nostra magia.

Per fortuna, nessun rito per loro
Ma solo il nostro silenzio.
Nessun rito per loro,
Anime buone che si sono lasciate amare.
Nessun rito, se non le nostre lacrime
E i nostri occhi che cercano i loro,
Così sereni e mansueti
Che rendevano il nostro spirito leggero.

Nessun rito che si possa compiere,
Se non nel nostro cuore.
In un angolo che non faccia troppo male,
Da cui attingere per godere ancora
Del tenero silenzio
Che sempre accompagnava una carezza
E il loro appagato, dolce scodinzolare.
Nessun rito
Per seppellire un amore accettato
Senza riserve.
Unico, limpido specchio
Di un’antica bambina.

Torna ancora a trovarmi, amico mio.
Fa’ che una notte io mi svegli di colpo
Dal sogno esclamando:
“King è tornato!”

Smile
5 aprile 2001

11 Responses to “Dove, nella mente del Signore…”

    … Smile e Neruda .. bravi bravissimi ….

    Il cane mi domanda
    e non rispondo.
    Salta, corre pei campi e mi domanda
    senza parlare
    e i suoi occhi
    sono due richieste umide, due fiamme
    liquide che interrogano
    e io non rispondo,
    non rispondo perche’
    non so, non posso dir nulla.

    In campo aperto andiamo
    uomo e cane.

    Brillano le foglie come
    se qualcuno
    le avesse baciate
    a una a una,
    sorgono dal suolo
    tutte le arance
    a collocare
    piccoli planetari
    su alberi rotondi
    come la notte, e verdi,
    e noi, uomo e cane, andiamo
    a fiutare il mondo, a scuotere il trifoglio,
    nella campagna cilena,
    fra le limpide dita di settembre.

    Il cane si ferma,
    insegue le api,
    salta l’acqua trepida,
    ascolta lontanissimi
    latrati,
    orina sopra un sasso,
    e mi porta la punta del suo muso,
    a me, come un regalo.
    E’ la sua freschezza affettuosa,
    la comunicazione del suo affetto,
    e proprio li’ mi chiese
    con i suoi due occhi,
    perche’ e’ giorno, perche’ verra’ la notte,
    perche’ la primavera
    non porto’ nella sua canestra
    nulla
    per i cani randagi,
    tranne inutili fiori,
    fiori, fiori e fiori.
    E cosi’ m’interroga
    il cane
    e io non rispondo.

    Andiamo
    uomo e cane uniti
    dal mattino verde,
    dall’incitante solitudine vuota nella quale solo noi
    esistiamo,
    questa unita’ fra cane con rugiada
    e il poeta del bosco,
    perche’ non esiste l’uccello nascosto,
    ne’ il fiore segreto,
    ma solo trilli e profumi
    per i due compagni:
    un mondo inumidito
    dalle distillazioni della notte,
    una galleria verde e poi
    un gran prato,
    una raffica di vento aranciato,
    il sussurro delle radici,
    la vita che procede,
    e l’antica amicizia,
    la felicita’
    d’essere cane e d’essere uomo
    trasformata
    in un solo animale
    che cammina muovendo
    sei zampe
    e una coda
    con rugiada.

    Pablo Neruda

    Grazie Digna! Grazie come sempre. Questa poesia di Neruda è stupenda e, come altre cose mandate o scritte da te, la terrò da parte… (quello che ho scritto io, invece, era solo un tentativo – inutile – di contenere le lacrime, quando il mio cane morì…). Sono passati sei anni, e King è ancora nel mio cuore, anche se ora vago per campi con un altro cagnone. Nel mio cuore non ci sono già più, invece, “umani” che hanno raggiunto l’aldilà anche da meno tempo… Che dici, sono una bestia? Ciao, :-)

    … Smile e Trilussa .. bravi bravissimi ..

    Trilussa (Giuseppe), Core de tigre, da Favole moderne, in Poesie scelte, Mondadori, 2002, pag. 132 (tigre)

    ‘Na Tigre der serajo de Nummava,
    come vidde tra er pubbrico ‘na donna
    che la guardava tanto, la guardava,
    disse ar Leone: – S’io incontrassi quella
    in mezzo d’un deserto, e avessi fame,
    mica la magnerebbe: è troppo bella!
    Io, invece, bona bona,
    j’annerebbe vicino
    come fa er cagnolino
    quanno va a spasseggià co’ la padrona. -
    La bella donna, intanto,
    pensanno che cór manto
    ce sarebbe venuto un ber tappeto,
    disse ar marito che ciaveva accanto:
    - Io me la magno a furia de guardalla:
    che pelo! che colori! com’è bella!
    Quanto me piacerebbe a scorticalla!

    …sentì il leone
    quella stronza infame
    e disse: “Sì, vabbé, magari è bbona,
    ma è mejo se la magno
    ché c’ho fame…”

    :-)

    Pardon:
    …sentì la tigre…
    etc.

    … Smile e A. Einstein .. bravi bravissimi …

    Limiti della nostra libertà
    Non credo affatto alla libertà dell’uomo nel senso filosofico della parola.
    Ciascuno agisce non soltanto sotto l’impulso di un imperativo esteriore, ma anche secondo una necessità interiore.
    L’aforisma di Schopenhauer: “E’ certo che un uomo può fare ciò che vuole, ma non può volere che ciò che vuole” mi ha vivamente impressionato fin dalla giovinezza; nel turbine di avvenimenti e di prove imposte dalla durezza della vita, quelle parole sono sempre state per me un conforto e una sorgente inesauribile di tolleranza.
    Aver coscienza di ciò contribuisce ad addolcire il senso di responsabilità che facilmente ci mortifica e ci evita di prendere troppo sul serio noi come gli altri; si è condotti cosi a una concezione della vita che lascia un posto singolare all’humor.

    SMILE,
    io non so,non sono capace di tamponare il ricordo doloroso che ti affligge,che ingiustamente arreca tristezza, malinconia,lacrime nascoste.Io non so,perchè piango sempre e solo il dolore che mi rimbalza addosso,faccio mio ogni spigolo insanguinato,ogni fraccia che colpisce bersagli a me estranei,la scanso solo per istinto.Da egoista, da quel poco che sono tendo le mani verso le sofferenze altrui, ma bado bene che non si sporchino,il mio gesto altezzoso non altro è che il seguito di una commedia frettolosa , ammuffita.Mi dispiace,mi umilia il tuo stato d’animo,mi vergogno di stare a guardare,immaginarti e di più,mentre penso a quanto deve esserti costato il tenere dentro l’anima( oppure un’angolo riservato della intelligenzza privata )tutto,vocali e consonanti,parole mozze, mentre il tempo impietoso continuava a trascorrere.Posso io in questo momento di limpida confessione aiutarti, regalarti la mia solidarietà accarezzandoti, sfiorando i tuoi capelli , ingoiare il tuo respiro,guardarti in ogni momento senza disturbare , farti tornare la voglia di sorridere ,dare un cazzotto e stendere i pensieri che non vuoi? SMILE,ti prego non soffrire,cerca la superficialità,menti,ruba magari.Non posso sopportare questo attimo troppo lungo che ti pesa.Gettami in faccia il fumo della tua sigaretta.Aspetto a bocca aperta,dai forza.dario.

    Cara Smile, veramente bella!!!
    Edda

    Grazie, Edda! :-)

    “Per fortuna, nessun rito per loro
    Ma solo il nostro silenzio.”

    Quanto mi piacerebbe che fosse anche per NOI così, un giorno, magari.

    …sì, sono d’accordo con te, Leo… :-)

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