Una notte ti sognai
padre mio caro
e nel sogno
si vivido e sereno
apparisti a me
come fulgida luce
nella tenebre profonda.
Con la mano
mi sfiorasti la gota
e quel lieve tocco
fu per me l’agognata pace.
Una saggezza ancestrale
parve inondarmi
e sentii per un istante
la comunione con il tutto
che tutto comprende
senza mai dissolversi nel nulla
in un arcano gioco di equilibri.
Tu benevolo e paziente
mi illuminasti questa vita buia
e mi sentii eterea molecola
di un caleidoscopico cosmo.
Io camaleonte inebriato
ero la sorgente della vita
il cielo plumbeo
l’agile fiera
l’iride di un bimbo trasognato.
Ero l’essenza del creato.
Non mi destare padre mio
fammi sognare.
Edda Alessandrelli Colini
Brava Edda, bravissima davvero, complimenti.
Mi è piaciuta proprio tanto questa, magica e tragica, serena e inquieta al tempo stesso e poi quel tanto ma non troppo di surreale che piace a me: bellissima.
Left by bubùsettete on marzo 24th, 2007
“Ero l’essenza del creato.
Non mi destare padre mio
fammi sognare”…
Ero l’essenza del creato… Anch’io, Edda. Grazie!
Left by Smile on marzo 24th, 2007
Edda rara,
la tua presenza intendo.
L’oggetto sogno, largo-antico-sempre,eterno,invocato da Jofrè Rudel ( ricordi contessa cosa è mai la vita ? ).la commedia inglese,tragica,quella americana di teatro(intendo) di Jon Ford:Addio Fratello crudele,il sogno francese,ovunque e sempre il bisogno del sogno-pianto ha disperatamente lacerato l’animo umano.Cosa vuol dire sogno allora ho paura di dirlo od anche solo immaginarlo.
Sogno-bisogno,sogno-fuga.
Aria, spazio,tornare bambini e giocare in libertà senza concepire un maligno futuro.
Ciao Edda.
dario
Left by Dario Petrolati on aprile 2nd, 2007