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Pare dimenticata
Colma di misteri
immaginati
fascino
ritrosia
volgarità
profumi

Storta
come una biscia
dalla pancia bagnata

Da Piazzale Mazzini
alla circovallazione
inghiotte
golosa
ragazzi e ragazze
chiassosi
ridenti
carichi di zaini
pieni di tutto

Le scuole

Dapprima
un nervoso baretto
ad angolo
due vetrinette
poi
della mia splendida
libreria
La Federazione
Antichi portoni
Stretti e bassi
portici
vivi
asili di tante suore
Fuggono sempre
vecchie
svelte a pregare
Al Carmine

Improvvise chiesette
Facoltà degli Studi
ov’era il Geriatrico
Due piccoli Cimiteri
Ebraici
Giardini nascosti
Alberi antichi

Qualche bottegaccia
mal disposta

Secondo l’ora del giorno
Via Beato Pellegrino
cambia spirito
Si veste
si sveste
come una donna dei sogni

Fa paura
se manca una lampada
Basta un lampione spento
Assume l’aspetto
di un dopo guerra
futuro
impietoso
Sangue e violenza
Aiuto
in lingue lontane

Si vede
si sente
un’onda enorme
avanzare
Spalanca la bocca
piena di fame.

Dario Petrolati
5 marzo 2007
www.dariopetrolati.it

6 Responses to “Luoghi”

    Secondo te, Dario, esiste una poesia maschile e femminile? Questa (bellissima) è maschile, per esempio. Ma poteva scriverla una donna?

    Smile,
    sono di già le sei del mattino.Quì a Padova stanotte ha piovuto,una sciocca pioggia,ho visto le strade lucide prima,venendo a lavorare.In macchina ho ascoltato una vecchia incisione di Boheme diretta da Thomas Schippers,cantava Mirella Freni.I 5 chilometri che mi separano da casa al posto
    ove passo la mia vita,anche se vado piano in macchina,durano un attimo,comunque ho fatto a tempo a rincorrere mentalmente, con l’anima o lo spirito ,l’aria lontana fuggita per sempre,del Festival dei due mondi a Spoleto.Le ceneri dell’allora bellisssimo Schippers sono murate dietro una lapide,
    vicino al Duomo.Scusami,se non sono entrato subito in argomento rispondendo al tuo profumato quesito.
    Non so Smile,non so.
    Posso solo dirti che la sensazione che provo ,quando cerco di esprimermi,è logorante, non una virgola,un punto,una pausa sono inventate,perchè mi domandi?
    Sento un velo strano che separa Smile da dario,non ostico però.Un disagio notturno,furbo,colto,quasi volessi guarirmi o fare una risata.Non so Smile,non so.La tua immagine non riesco a costruire.Non scoprirti, fammi almeno un poco capire.
    Aspetto sempre una tua riga,se permetti,con stima e tantissimo strano affetto.
    dario

    Smile,
    sospetto, ma non lo dico,che tu sia appena coperta da un intrigante profumo,senza un lenzuolo.
    Anima nera,pronta a carpire,insazuabile, furba dolcemente.Fascino nascosto.
    Mi sbaglio?
    Ti abbraccio,se posso,dario.

    …tutto si può, sul web. O quasi.

    Smile,
    la tua risposta sibillina,quasi mi irrita,seduce.
    Tutto si può,o quasi.Ma il quasi quanto dura ,sei tu capace di trovarlo?
    Ho toccato i bellissimi capelli lunghi della barista accanto,stamattina.
    Ha sorriso,mostrato i bianchi denti voraci,si è girata,quasi aspettando.
    Enorme nel suo seno, quasi l’amore in piedi sembra disposta.
    Ma oltre a sorridere compiacente null’altro mi pare sappia fare.
    Ha un’anima e trattarla da oggetto mi pare squallido.
    A forza di pensare nulla di concreto riesco più a realizzare.
    Ricordi Jofre Rudel?
    Un pensiero caro per te
    dario

    Smile,
    scusami se ti sono d’impiccio.Forse esagero,mi rivolgo a te come se parlassi con Vanessa Giovagnoli,la segretaria-conduttrice-voce da divano-della trasmissione di RadioUno,che ogni notte mi porta per luoghi lontani,reali,a volte sognati ,ma sempre improntati con femminilità.Ogni notte c’è un argomento su cui disquisire,è facile ed entusiasmante partecipare in diretta per radio,essendo il personale disponibilissimo.Vanessa Giovagnoli è marchigiana come noi,laureata a Pesaro-Urbino ed ha solo 32 anni.Io credevo fosse molto più in là con gli anni,essendo molto preparata ,sveglia,matura.Le ho dedicato ed indirizzato una poesia quella sera in cuiil soggetto era la Biblioteca di Alessandria.Hanno parlato tutta la notte di libri,degli scavi e ritrovamenti attorno al faro.Pensai a Circe,Didone,la Callas e mescolando tragedie amorose ai destini mitologici ne venne fuori qulacosa di strano.Con sfontatezza l’ho spedita a Roma in Rai.Ti dico queste cose forse perchè credo tu possa capire e sentire meglio della gente che mi sta vicino.Ricordi,quel giorno quando ti chiesi di Jofre Rudel?
    Perchè non sei andata a rileggerla? Credo sia una delle cose più tenere di Carducci.
    Quando puoi,cerca di perdere tempo,rispondendomi.
    Grato,ti mando tanti saluti.Fumi, per caso?.Io no.
    Ciao,dario.

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