Adagio andavo nell’uggiosa sera,
aderente al ritmico ronzare
del saggio addio divino
fatto a me. Io, titubante
e inquieto, relitti
e spoglie acquatiche
adducevo a mia discolpa,
prede abissali, meravigliose,
immotivate e ignote.
Scolpiva intanto il mare,
con pazienza antica, gli scogli
e tutto il resto,
spiaggiando gli storti e derelitti
rimasugli di esistenze, di pesci,
di boscaglie,
e degli umani.
Era davvero troppo il sospirare
della tediosa flatulente bava,
brezza crepuscolare e accusatrice,
allora m’adagia, con tutta questa
pelle di serpente, sopra la fredda
rena, sopra la crosta dura della terra,
in mezzo ai sassi, alle conchiglie,
ai rovi.
Volli ascoltare i trilli
dei tintinnanti azzurri,
dell’indaco,
dei teneri violetti.
Di tutti quei colori e versi
che, astuti, sanno fare i fiori
quando crescono
nel mezzo ai prati verdi,
oppure chissà dove.
Leonardo Barucca
“Ma che sapore ha
una giornata uggiosa?”
Left by bubùsettete on marzo 2nd, 2007
Ma come sei diverso
Leo
Di persona
standoti vicino
appari semplice
accomodante
E invece
invece sei corroso
onesto
buono
preso a cazzotti
Credo che non ti capiscano
non abbiamo capito
sentito la tua sensibilità
Ti sei messo di profilo
e senza dirti grazie
passano davanti
sul marciapiede
Che sciocchi
volgari
presutntuosi
Almeno me
scusami Leo
la nobiltà dell’anima tua
è così pulita.
Fatti cattivo
no resta così
Peggio per noi.
dario
Left by Dario Petrolati on ottobre 19th, 2007