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Cara poesia, fulgido inganno,
vizio soave, verissima bugia,
ridicolo malanno
dell’uomo grave, e piccolo,
e leggero
come la polvere,
il polline dorato
della giunchiglia sfatta,
che pur morente sopra al davanzale,
si ostina a bere dal bicchiere opaco.
Cara poesia, scialba meraviglia,
di torbida fanghiglia profumata
spargi drappeggi
sulla vita inconsistente,
e inutile, stordita come
la fanciulla che vacilla là,
sul bordo frastagliato
di quel suo primo,
evanescente,
vertiginoso amore verde.

Leonardo Barucca

One Response to “Cara poesia”

    Ebbene si, dopo averla letta e riletta più volte (solleticato dalla delicata recitazione di Mauro alle premiazioni), sento di poterti dire, con la massima sincerità, che meritava giustamente il posto occupato al premio Vedovelli (sempre per quello che può valere la mia opinione !!!)

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