Poesie Senigalliesi » Blog Archive » Goran Bregovic’
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(canti per nozze e funerali)

Uno
più tromboni
violini
gonfi di dolore
archetti pizzicati
frustati poi
da dita
senza unghie

Chiare trombette
vibranti
come voci
di vergini bambine

A piedi scalzi
ritmano tempo
stregato-furioso

La Senna ha rubato
Notre Dame
specchiata
a pezzi
Sorda
al pianto di Abbè Pierre

Promesso

Davanti al tuo negozio
non passerò
sul pavimento del Maldura
andrò per Ponte Molino

Solo voci di donne
legate con filo spinato
piangono lunghe parole
Momenti
di mille esistenze violate

Le corde della chitarra
muta
dicono un futuro sudato
senza pietà

E’ stato un attimo
pesante come un sasso

Adesso basta
Voglio andare lontano
sparire
Porterò pensieri-dolori
nelle tasche cucite

Nemmeno La Morte
mi troverà
Senza chiedere scusa
prima che spunti giorno
Nessuna impronta

Addio mondo crudele.

Dario Petrolati
28 gennaio 2007
www.dariopetrolati.it

7 Responses to “Goran Bregovic’”

    cinepresa poetica

    Caro Enrico,
    credo tu conosca la musica di Bregovic’.In particolare quella incisa sul CD, da cui il sottotitolo.Ho lasciato il mio cuore sulla ex.Jugoslavia,tutte le etnie da noi assai lontane, come cultura e sembianze hanno un sapore originale,vicino alla terra-terra.I popoli non ancora riconosciuti,che distano appena metà Adriatico da noi popolo dominante,al servizio del capitale occidentale,mi fanno sentire sempre in colpa.Non ho scordato lo sfaldamento i bombardamenti sul Kosovo la giustizia che abbiamo inflitto a tutte quelle minoranze.Il ragionamento sarebbe troppo lungo e doloroso.Sono sicuro che tu hai capito anche quanto non ho detto.
    Un abbraccio fraterno,dario.

    provo a dire .. quello che non hai detto è il raffreddamento emotivo
    di quello che hai detto.

    Caro Enrico,
    ti ringrazio per il tempo ch mi dedichi.Purtroppo la tua capacità di sintesi mi mette in difficoltà.Credo di non avere capito,per colpa mia,cosa significa la tua risposta.Puoi spiegarmi terra-terra il concetto?
    Grazie,dario.

    Il fermento umano
    guerre comprese
    razionalizzano le possibilità di esistenza
    e di sviluppo.
    Le guance dell’umanità
    sono fresche e sode …
    Dio le benedica.
    caro Dario il mio è un teatro del dire l’astratto và transennato lo sò
    una sintesi che fa pensare credo sia da preferire ad un compiacersi dialettico che non ci lascia niente…invidio molto l’attrezzatissimo stile di vita che ti fa colto .. io sono una strana forma di vita nel deserto e la configurazione del mio cervello è quello che è …corrispondere con qualcuno è molto bello .. chissà se questa volta ci sono riuscito … ciao un abbraccio

    Enrico caro,
    è buio,buiissimo non sono ancora le 6 e tre quarti.Sono sintonizzato su Radiotre.Ho letto 2 volte quanto mi dici ed ho capito.Picchia la musica di Cherubini anche a quest’ora.Fuori non c’è alcuno ed anche più tardi quando la massa si scatenerà,sento che oggi mi sentirò più solo.I versi del Petrarca ( Passa la nave mia…)da qualche giorno li sento come un’ombra, si fa sempre più lunga e forse si spezzerà.Con calma ,spero con meno emozione,più tardi cercherò di dirti qualcosa di positivo sensato,meno logorante.
    Sento per te una stima che cresce sempre più.Potrai aiutarmi a fuggire.
    Intanto grazie.
    dario.

    Enrico,
    già da un pezzo ho finito la pausa del pranzo.
    Quì a Piazzale Mazzini,davanti alla Wiennese,di fianco al Maldura,quì a Padova insomma , dove la gente prega di nascosto,fa l’amore intrigante e non confessa,sto davanti ad una vecchia edizione della Signora Bovary e mi fermo, vado avanti due righe, mi fermo di nuovo.Il cielo non mi aiuta a cacciare questa pesante malinconia,se esco dall’ufficio vedo un angolo e mi viene un magone terribile.Esistono amori difficili,amori che si è disposti ad innalzare su altari.Ma no, non si può dobbiamo mentire,rapire,rubare.Essere svelti prendere subito l’immediato e raggiungere il coito. Così ogni ideale, leggero pensiero,disponibilità finisce nel fosso.Povera Madame Bovary.Povero me cretino che ancora credo sia possibile morire di crepacuore come la Callas.
    Posso lostesso considerarti amico? Ciao,dario.

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