Il sonno mi ruba la vita.
Sotto le palpebre chiuse
si nasconde la paura di vivere.
La notte gravida di sogni….
Incubi, ancora incubi, non sogni
danzano impudicamente
fra quinte di un palcoscenico inconscio.
I vapori della sera di festa
evadono senza traccia.
L’opera del precedente giorno
scivola in una inquietante oscurità.
La mente avulsa a se stessa.
Intollerabile corpo estraneo.
Il sonno mi ruba la vita.
Alfine balugina il giorno.
Una freccia di luce
squarcia le imposte.
Si chiude il sipario
dell’inconscio palcoscenico.
Riposa la mente tornata a se stessa.
L’opera del precedente giorno ritorna attuale.
Lieto ricordo la sera di festa.
Stanco risveglio
da una notte inquieta.
Fausto Silvi
10.06.2006