Ma che pensasse proprio a me
non credo
Anzi son certo
Quella luna
lassù
fredda e lontana
senz’anima
senza lucciole
nemmeno serve al pescatore
Con le reti strappate
a riva tornerà
Sulla terrazza dell’ultimo piano
in Piazzetta Conciapelli
c’è rimasto per terra
un arnese da lavoro
qualche straccio
pochi mattoni sparsi
niente altro
mi pare
Inutile gridare aiuto
tendere l’orecchio
Anche l’aria s’è fermata
Aspettiamo il giorno
separati
ignorandoci
Siamo in troppi
E questa solitudine
pesa sempre più
Domani
potrei perdermi
dentro lo sguardo dell’innamorata
nella Tempesta del Giorgione
Castelfranco non è lontana
Ma sì è deciso
Assentiamoci
Evadiamo fuggiamo
sognamo
ascoltiamo
Sempre più forte
i pugni stretti
contro le tempie
facciamoci male
Ci sarà una scusa almeno
per le nostre noiose antiche lacrime
Ecco le sento
Scivolano disordinate
Perse dagli occhi.
Dario Petrolati
Padova – 4 marzo 2006