Lente nuvole passavano
Quando osservai il cielo.
Sentii nell’anima l’angoscia del cielo
Che mai potrà esser sereno.
Quando osservai l’albero morente
Non vidi uccelli né nidi.
Sentii nell’anima l’angoscia dell’albero
Solo e senza rami
Senza gli uccelli cantare nei nidi.
Quando mi osservai nell’anima
Vidi l’oscurità.
Sentii nel cielo e nell’albero morente
L’angoscia dell’oscurità abitarmi l’anima.
(Tradotta e liberamente interpretata da Giuseppe Bottazzi)
Introspecção
Nuvens lentas passavam
Quando eu olhei o céu.
Eu senti na minha alma a dor do céu
Que nunca poderá ser sempre calmo.
Quando eu olhei a árvore perdida
Não vi ninhos nem pássaros.
Eu senti na minha alma a dor da árvore
Esgalhada e sozinha
Sem pássaros cantando nos seus ninhos.
Quando eu olhei minha alma
Vi a treva.
Eu senti no céu e na árvore perdida
A dor da treva que vive na minha alma.
Vinícius de Moraes
(O caminho para a distância, Schmidt Editora,
Rio de Janeiro 1933)
Sul muro grafito
che adombra i sedili rari
l’arco del cielo appare
finito.
Chi si ricorda più del fuoco ch’arse
impetuoso
nelle vene del mondo; – in un riposo
freddo le forme, opache, sono sparse.
Rivedrò domani le banchine
e la muraglia e l’usata strada.
Nel futuro che s’apre le mattine
sono ancorate come barche in rada.
(E. Montale, OSSI DI SEPPIA, Mondadori,
Milano 1984)
Left by Giuseppe Bottazzi on aprile 21st, 2013