Sono appoggiata a questo muro
con le ossa infreddolite
ad assaporare una-seppur sempre ultima- sigaretta,
ma non mai prima.
In questo giorno grigio e freddo, dicembrino.
Eppure fiuto odore buono di fiori secchi.
Odore che mi entra nella testa,
mi muove ricordi evaporrati.
Odori e colori di petunia e mammola,
ranuncoli di campo e fiordaliso.
Sotto lo strato gelo dell’inverno.
Essi mi ricordano il caldo dell’inferno,
dal quale sono risalita un di’ lontano
e anche un po’ vicino, non saprei dir, or ora.
Sempre spronata ad esser spinta giu’,
in tale luogo, perche’ chiamata
a scontare le pene dell’inferno
per colpe che non mi appartengono.
E la vita, soffio di vento, mi regala.
Cosicche’ mi faccio trasportare
come foglia secca, in vita,
da questo fumo nebuloso e denso,
il quale mi riscalda, come fiamma
del camino, sempre atteso e acceso,
a me vicino.
Maria Grazia Boccolini