Poesie Senigalliesi » Blog Archive » Per pura ingratitudine
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Appena giorni fa
Lietta
da Signora
come sempre
è andata via

Si leggevano
i suoi pensieri
prese di posizione
osservazioni
politiche
e
sentimentali
con piacere

C’era sempre
aria di nuovo
educazione
ovunque

Con la sua firma
occhi bellissimi
il volto tutto
chiamava fiducia
serietà
mai menzogne
di parte

Oreste e Lietta
hanno fatto letture
risate in toscano
con amici

Pure loro scomparsi

Lo schizzo
regalatomi da Oreste
in Piazza S.Babila
raffigura due antichi greci
che combattono
con lancia e spada

Non c’è violenza
messaggio di guerra
anzi fa ridere
chè hanno nome
i contendenti:

Oreste minaccia Dario
per terra
ed io perdente giuro
di non farlo più

La guerra s’intende

In pochi attimi
con la biro in mano
dentro una nuvoletta
il tutto
con dedica raffigurato

Allegro
vispo
mi salutò
regalandomi quel libro
che sempre
mi fa inciampare

Era una giornata di primavera
in Milano
una come tante
poi

Non sapevo del loro amore
Lietta era legata da sana passione
al direttore di Linus
nato nell’Isola d’Elba

E’ stato un volersi bene
dare reciproco
senza tempo
confini
misure

Cerimonia di addio
per Lietta
con rito laico
come espressamente
desiderava.

Dario Petrolati
www.daripetrolati.it
14 gennaio 2011
(Persone indimenticabili)

4 Responses to “Per pura ingratitudine”

    Lietta Tornabuoni
    Oreste del Buono

    due persone vere
    conosciute e non copiate

    non potrò mai dimenticare
    quanto non ho appreso
    e dovevo
    per la loro conoscemza.
    dario

    CAFFÈ LUNGO

    Era sera inoltrata. Il buio già copriva di stelle la piccola piazza antica, zeppa di piastrelle sconnesse e adorna soltanto d’una secca fontana sbrecciata: appoggiato su di un bordo sedeva Gabriel, sconnesso e sbrecciato nell’animo, la camicia logora e sudicia, il viso percorso dai rivoli d’un sudore estivo che lo tormentava persino di notte.
    Gli mancavano le risa di Lorna, soprattutto le risa.
    Il silenzio glaciale della piazza, ancora riarsa, faceva una strana eco ai suoi pensieri, come se il ricordo del vociare gioioso di Lei s’espandesse al di fuori del corpo, proiettandosi sul selciato in angosciose, illusorie rifrazioni sonore.
    Aveva ancora con sé il bicchiere di caffè lungo, mezzo bevuto un’ora prima: la sola compagnia reale, l’unica, allettante prospettiva d’una ricompensa dolce-amara al proprio dolore.
    Di Lorna gli mancava anche lo sguardo, così incantevolmente penetrante… ma l’immaginazione già esausta stentava ormai a figurarselo.
    Ancor più sgomento, Gabriel prese allora in mano la sua consolazione – il bicchiere semivuoto di caffè che teneva accanto a lui, sul bordo della fontana. Ma ecco mostrarglisi inaspettata tutt’altra ricompensa: la superficie oscura del caffè catturava come d’incanto la luce delle stelle, trasformandosi in uno specchio radioso ove poter finalmente contemplare quel ricordo perduto, quel dolce sguardo di Lorna mancato poco prima alla sua mente… mescolato all’amaro inesorabile del vuoto di Lei.

    Giuseppe Bottazzi (22 gennaio 2011 – in memoria di Laura Mambelli)

    P.S. La scomparsa improvvisa, e tragicamente prematura, di Laura Mambelli – giornalista televisiva che avevo da sempre seguito e stimato – è stata per me motivo di profondo turbamento: da tale sentimento è scaturito questo breve racconto, che ho voluto qui pubblicare in suo ricordo.

    G.B.

    GRAZIE GIUSEPPE.

    La vita sempre ci serba sorprese amare ed ingiuste-
    Credo capire quanto provi per la scomparsa di Laura-
    Io ancora mi sento più che turbato per la fine di Maria Schneider-

    Se le carezze i doni della vita son questi allora….

    Ti capisco e peno per la scomparsa di Laura-
    In giro pare che alla gente non interessi troppo.
    Ciao Giuseppe,
    dario-

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