Quel giorno mi hai guardato con i tuoi occhi dolci
ma profondamente tristi e preoccupati.
“Sono stanca -mi hai sussurrato con un filo di voce-
sono tanto stanca
Ora devo proprio andare……ma tornerò”.
E’ arrivata ormai la primavera,sono tornate le rondini;
il cielo e la terra esultano di gioia con canti e colori.
Tutto è pronto per accoglierti e farti festa.
Ma tu perchè non torni?
Persino il mare che tu amavi tanto,
strugge dal desiderio di accarezzarti
con le sue acque chiare e cristalline.
Vado girovagando per le vie della città
con la segreta speranza di incontrarti.
Chiedo alla gente:”Ditemi,dov’è?”
Come ombre furtive e silenziose
spariscono,portandosi dietro il greve peso
degli affanni della vita.
Alzo lo sguardo verso il cielo e vedo
nuvole che corrono e si rincorrono
disegnando figure fantasiose.
“Voi almeno, sapete dirmi dov’è?”
Non sentono il mio lamento e,
quasi beffandosi di me,
accelerano la loro corsa,scomparendo all’orizzonte,
Improvvisamente il mio sguardo si posa
su di una nuvoletta candida e solitaria,
sita là dove il cielo e il mare si incontrano.
“Dimmi tu,dov’è?”
“Io sono ovunque tu sei.”..
Flavio Baldoni
Dicono che la mia
sia una poesia d’inappartenenza.
Ma s’era tua era di qualcuno:
di te che non sei più forma, ma essenza.
Dicono che la poesia al suo culmine
magnifica il Tutto in fuga,
negano che la testuggine
sia più veloce del fulmine.
Tu sola sapevi che il moto
non è diverso dalla stasi,
che il vuoto è il pieno e il sereno
è la più diffusa delle nubi.
Così meglio intendo il tuo lungo viaggio
imprigionata tra le bende e i gessi.
Eppure non mi dà riposo
sapere che in uno o in due noi siamo una sola cosa.
(Eugenio Montale – Satura, Xenia I, 14)
Left by Giuseppe Bottazzi on giugno 20th, 2010
Wenn ich so an deinem Antlitz zehre
wie die Träne an dem Weinenden,
meine Stirne, meinen Mund vermehre
um die Züge, die ich an dir kenn,
…
mein ich über jene Ähnlichkeiten
die uns trennen, weil sie doppelt sind
eine reine Gleichung auszubreiten.
(Rainer Maria Rilke – Gedichte an die Nacht, II)
Quando innanzi a te io mi consumo
come lacrime scavano chi piange
accresco la mia bocca, la mia fronte
attorno ai lineamenti che so tuoi.
…
Penso, al di là di quelle somiglianze
che ci separano perché sono doppie,
di sviluppare una pura identità.
(Rainer Maria Rilke – Poesie alla notte, II – Trad. it. di Mario Specchio)
Left by Giuseppe Bottazzi on giugno 21st, 2010