Non valgo più niente…
Sono una moneta fuori corso,
un conio in disuso:
Un conato d’Essere
che implode nel suo Nulla.
Non valgo più niente…
Giuseppe Bottazzi
Non valgo più niente…
Sono una moneta fuori corso,
un conio in disuso:
Un conato d’Essere
che implode nel suo Nulla.
Non valgo più niente…
Giuseppe Bottazzi
Something to say?
calma giuseppe
c’è gente roba che nulla vale davvero
aspetta almeno
dario.
Left by DARIO PETROLATI on ottobre 12th, 2009
bella bellissima .. manca la musica, flusso di coscienza febbricitante.
Left by enrico dignani on ottobre 12th, 2009
Perché gli spettri ti possiedano
non c’è bisogno di essere una stanza
Non c’è bisogno di essere una casa
La mente ha corridoi che vanno oltre
lo spazio materiale.
Assai più sicuro, un incontro a mezzanotte,
con un fantasma esterno
piuttosto che con il suo riscontro interiore
quell’ospite più freddo.
Assai più sicuro, attraversare al galoppo un’abbazia
rincorsi dalle pietre
Piuttosto che incontrare, disarmati,
in solitudine il proprio io.
L’io che si nasconde dietro l’io
Una scossa ben più terrorizzante
di un assassino in agguato
nella propria casa.
Il corpo prende a prestito una rivoltella
spranga la porta
senza accorgersi di uno spettro
più altero, o peggio.
Emily Dickinson (1863)
Left by enrico dignani on ottobre 13th, 2009
“Piuttosto che incontrare, disarmati,
in solitudine il proprio io.”
Emily Dickinson scrive questi versi nel 1863. La sua biografia di “poetessa reclusa” ci rivela come, attraverso l’esercizio della scrittura, Ella avesse saputo incontrare il proprio centro interiore, riuscendo a ritrovare l’equilibrio con la realtà che la circondava, e quindi il senso del proprio esistere.
Emily Dickinson, in questo suo isolamento di donna e di letterata, anticipò di quasi un secolo e mezzo la condizione contemporanea dell’essere umano occidentale, europeo, italiano – isolato anch’egli, ma nel labirinto tecnologico (e tecnocratico) che si è costruito attorno.
La Dickinson rimane tuttora un esempio di fiducia nella forza etica dell’arte, nella capacità di riscatto morale attraverso l’esperienza estetica e la libera espressione poetica del pensiero. Un riscatto che è catarsi, superamento del proprio limite, capacità di guardare oltre la muraglia di violenza e indifferenza che circonda e imprigiona; una cattività che mette a dura prova fino a sfiancare, e che esige una costante azione di “contrasto etico”, attraverso la prassi della fiducia nella personale e individuale capacità di cogliere la bellezza in ciò che la quotidianità offre.
La poesia, quindi, diventa il prezioso viatico di cui nutrirsi e cibarsi, per sopravvivere alla carestia di umanità nella quale si è costretti a vivere: una povertà che, in tal modo, si trasforma in preziosa opportunità, in forza propulsiva che spinge a cercare e “incontrare, disarmati,/ in solitudine il proprio io.”
G.B.
Left by Giuseppe Bottazzi on ottobre 13th, 2009