Le sere d’estate stavamo piacevolmente al’’aria aperta tirando a far tardi in compagnia di un buon vino o di una birra bella fresca.
Parlavamo per ore. A braccio.
Trascinati dall’ebbrezza e dall’eccitazione.
La frescura notturna era carica di profumi di donne, pesce arrosto e salsedine.
Quelle notti artificiali fatte di pruriti genitali, di vino e imprudenza, non scorderò mai…
Tutti quei momenti e quei flash improvvisi…la sabbia sulla pelle…
Spesso le donne facevano più del vino…e molto più della birra.
Corsi a lungo quella notte senza trovare alcuna via, poi imboccai la vigna che arrivava al fiume e andai a tutta velocità verso la luna. Rimasi per ore ad osservare la luna riflessa nell’acqua. Il rumore e lo sciabordio mi ricordò l’infanzia e le cose fatte e non fatte.
In testa avevo pensieri confusi e frizzanti: “che piacere la frescura notturna, pensai, e l’odore dell’erba umida!”
Il nostro maestro s’addormentò pieno di Tequila e Mezcal sopra un tavolo di marmo nel giardino. Raggiunse uno stato meditativo vicino alla catalessi.
Io ero già vagabondo nella notte…
Gli altri scomparvero inseguiti da musiche e balli, anche loro nella notte…
Il giorno si portò via tutto e non fu più magia.
Giuseppe Landi