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A Te dedico
la mia vita,
Amore Mio Assente,

silentemente presente
in ogni mia parola,

umbratilmente prossima
ad ogni mio pensiero,

Euridice d’un Orfeo
pur pago
della tua assenza;

che pur ringrazia
la Vita
per essersi voltato,

perché solo così
l’amore da Te ricevuto
può essere donato.

NuevoRilke
(Gennaio 2009)

3 Responses to “A Te dedico”

    Una donna temeraria
    ..

    Lou, nel pieno della sua bellezza, dava il meglio di sé nelle lettere, negli incontri, nei fitti dialogi sull’amore e sulla morte. Furono proprio le straordinarie capacità acrobatiche del pensiero, la grazia del linguaggio a invaghire tanti scrittori e scienziati che l’hanno conosciuta e amata. Come se la sua mente acutissima li stimolasse ad una continua accelerazione e vibrazione delle idee. Sapeva concludere ciò che i suoi interlocutori lasciavano in sospeso, sapeva sintetizzare e sciogliere nodi ingarbugliati dei pensieri altrui, come fece con Rilke e con Rée. Ma sapeva anche scovare le crepe del pensiero speculativo per insinuarsi con vigore, come fece con Freud e con Nietzsche di cui mise in evidenza alcune esplosive contraddizioni.

    Il suo mistero, su cui si sono accaniti storici e biografi, stava nella combinazione di una mente straordinariamente intelligente e di un temperamento caldo e gioioso. La sua curiosità intellettuale era sincera e fine a sé stessa, ne affrontava i rischi con “l’intelligenza di un’aquila e il coraggio di un leone” secondo le parole di Nietzsche.
    A qualcuno è apparsa come una parassita che collezionava intellettuali per carpirne la genialità, come se la genialità potesse essere passivamente fatta propria! Niente di più ingeneroso, basta pensare che a Rilke, maltrattato e abbandonato, lei è rimasta fedele per tutta la vita.

    “Cara Lou, Dio lo sa, la tua figura è stata davvero la porta attraverso cui sono giunto per la prima volta all’aperto” (Lettera del dicembre 1911).

    “Tu mi hai infinitamente aiutato, il resto ora è qui con me e per l’angelo, se rimarremo uniti: lui ed io, tu in lontananza” (Lettera del 1913, scritta dopo 12 anni di separazione).

    Nel frattempo Lou si era sposata, ma era già invaghita di un altro. I suoi innamoramenti erano fortemente intellettualistici. Sappiamo che era poco portata per l’amore fisico, spesso scappava dalla fisicità, creando vortici di desiderio frustrato, rancore e ammirazione.
    Il fatto che fosse una donna libera e che non si nascondesse, il fatto che facesse dell’amore un campo di temeraria sperimentazione, metteva in subbuglio tutti. Oggi diremmo che era una donna inquieta, insofferente di ogni legame, innamorata della conoscenza, una donna con l’intelligenza cristallina.

    Della biografia della Salomé so poco, lo ammetto, se non ciò che i critici e i traduttori hanno evidenziato nei loro scritti sulla poetica di Rilke: ma sono notizie funzionali alla comprensione della poesia rilkiana stessa, e non alla messa a fuoco della vita e delle opere di Lou Andreas.

    Per di più, a parte il “quantum debeat” di alcuni miei esami universitari, non mi sono occupato seriamente di epistemologia psicanalitica o di storia della psicanalisi: per cui le mie lacune sono profonde come lagune…
    Ciao.

    Il pezzo l’ho estrapolato con il copia incolla da qualche parte nella rete m’era sembrata un’idea
    come commento le carinerie ottocentesche sono preziose e interessanti in eterno.I think.

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