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Ad ognuno il suo

Tu passero, puoi chiamarti Dio,
ma io, incapace di camminare

senza paura di cadere,
niente ho in comune
con questo potere.

Tu verde, hai
diritto di comandare,
ma io, arrivato per ultimo,
senza chiedere permesso,
con
quale pretesa
a capo supremo mi innalzo.

A te bambino, il mestiere di
sognatore,
ma io, automa perfetto,
chiusa a chiave l’ingenuità,
chi sono per
sbarrare la porta
alla saggezza della provvisorietà.

Tu uomo, devi lavorare,

ma io, qui per la prima volta,
con brama di capire,
una cosa non accetto:
ad un
massacro contribuire.

Lorenzo

One Response to “Ad ognuno il suo”

    Hai ragione
    fa male
    si soffre
    senza capirne
    il motivo

    Dio
    stia al suo posto
    e se non vuole entrare
    io non l’invito

    E’ che
    tutto ci pare eterno
    dovuto

    Solo miserabili
    bugiardi.

    dario

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