Poesie Senigalliesi » Blog Archive » Una canzone per te
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Lacrime solcano il viso
Oscurano un sorriso
Inerme guardo la luna
Lascio avvolgermi dalla bruma

Là ho lasciato il guerriero
A cui corre ogni pensiero
Fili d’argento coronano il viso
A me rimane una scodella di riso

Anime sole offrono un lamento
Subitamente disperso dal vento
Le onde del mare fanno troppo rumore
Non basta tutto il colore

Le foglie portano una voce
Ma io sono inchiodata ad una croce
Una spada ha trafitto il cuore
Il sangue non ha nessun odore

Mentre le lacrime diventano brina
Finisce il sogno di una bambina
Cerco nel grano un seme di vita
Sento dolore di notte finita

Chiudo gli occhi per riposare
Mentre il cielo sa dove andare
Una formica mi porta il suo pane
Bevo veleno da mille fontane

Anime sante anime belle
Che il mio grido scenda dalle stelle
Lente passeranno le ore
In questa gora dall’eterno fetore

Un manto nero avvolge il mio sonno
Quel guerriero è tutto il mio mondo

nessuno

35 Responses to “Una canzone per te”

    I versi
    a rima baciata
    a volte mi irritano
    Tu riesci a contare storie velenose
    che invece ho letto con piacere
    L’anonimato non mi garba.
    Nessuno, perchè?
    dario.

    perchè….in questo mondo è niente la mia presenza….siamo, o forse non siamo…possiamo e non possiamo….chi potrà mai dire che è reale la nostra esistenza? e se fosse solo una nostra illusione?….

    Che siamo poco o nulla
    daccordo
    dubbi atroci però
    ci percuotono
    dunque un qualcosa di un che
    siamo
    Potremmo essere
    un pensiero di un insetto
    la nostra realtà
    immaginata da una farfalla
    Voltaire sosteneva diceva
    forse che in punto di morte
    ha pregato di nascosto anche lui
    La certezza del dubbio
    eppoi ?
    avanti, ancora avanti
    dopo
    dopo?
    dario.

    SAUDADE DE ELA

    Avrei voluto dirti tante cose,
    avrei voluto coprirti di parole,
    come se fossero stati baci
    pieni di tenerezza,

    pieni solo dell’orgoglio
    di averti amata
    con la tenerezza
    di chi si fa inerme
    per amore tuo.

    Ora rimane la voragine,
    lo squarcio atroce
    della tua assenza:

    la tua assenza
    che mi rivela
    l’essenza del tuo
    essere donna,

    del tuo farti prossima
    a chi t’ama
    e a chi ami.

    E così ti ritrovo,
    tesoro mio,

    ti ritrovo
    nel tesoro senza prezzo
    dell’amore da te ricevuto,

    nell’amaro senza fondo
    dell’amore che non ti diedi,

    nella pagina strappata
    delle parole mai dette,

    di cui avrei voluto
    coprirti,

    con cui avrei voluto
    teneramente
    baciarti.

    Tempo Senza Tempo

    IL TEMPO DIVIENE INTERIORITA’,
    SENZA TEMPO;

    IL PASSATO DIVIENE IL MIO PRESENTE,
    QUANDO IL PRESENTE E’ GIA’ PASSATO,

    NEL MOMENTO STESSO
    IN CUI LO VIVO.

    ……..Saudade ([sawˈdadɨ] in portoghese europeo, [sawˈdadʒi] in portoghese brasiliano) è un termine che deriva dalla cultura lusitana, prima portoghese e poi brasiliana, che indica una forma di melanconia, un sentimento affine alla nostalgia. Etimologicamente, deriva dal latino solitáte, solitudine, isolamento.

    In alcune accezioni la saudade è una specie di ricordo nostalgico, affettivo di un bene speciale che è assente, accompagnato da un desiderio di riviverlo o di possederlo. In molti casi una dimensione quasi mistica, come accettazione del passato e fede nel futuro.

    In lingua portoghese, a differenza di altre lingue romanze, la parola è l’unica utilizzata per designare tutte le varianti di questo sentimento. In tal senso è spesso considerata intraducibile in altre lingue [1]. Saudade può essere comunque tradotta, approssimativamente, anche come struggimento, tristezza di un ricordo felice…………

    …a volte il destino, la vita, si può trasformare con le nostre mani e con il nostro modo di fare e di essere….
    come una coppia di cavalli che tirano un carro….tiriamo le briglia a destra o sinistra…loro seguiranno la strada che noi vogliamo…

    ….trovai la forza di cambiare le cose in un Uomo dagli occhi color cioccolato….

    la sua Salomè è li che lo aspetta…

    Vero…
    L’autentica motivazione che ci spinge a fare qualcosa (e quindi a cambiare il nostro destino) coincide con la volontà stessa di farla: perciò siamo noi i soli responsabili delle nostre azioni.
    Riconoscere questo significa poter prendere le redini della nostra esistenza, e dirigerla solo dove noi vogliamo che vada…

    occorre senz’altro essere in due per poterlo fare…..se uno solo vorrebbe e l’altro tace,il primo non capisce piu’ il significato della sua presenza…o forse dà mille significati che si negato inesorabilmente l’uno con l’altro…..

    i tuoi versi sono pieni di dolore melanconico.
    Avrei voluto….perchè non l’hai fatto
    E’ meglio fare nella consapevolezza che magari ciò potrà un giorno finire….o forse no
    il non fare ( a volte è utile a volte no), il non dire è il piu’ folle degli omicidi-suicidi

    è come voler fare harakiri fin dall’inizio di una storia d’amore
    che senso potrebbe mai avere?
    è l’amore che ci deve fare morire, in quella voragine dovevate sprofondare in due
    e se la donna verso cui vanno i tuoi pensieri, avesse per un momento voluto solo punire il tuo silenzio e ti stesse ancora aspettando?pronta per seguirti?
    E se anche lei stesse soffrendo….
    secondo me dovresti solo ricordare la conbinazione della cassaforte dove custodisci le tue parole.
    o addirittura ricordare dove hai nascosto la cassaforte.

    ripensandoci….aggiungo
    magari era in te, fin dall’inizio, l’idea che non fosse successo niente per la tua vita
    ciò che di bello è a questo mondo non lo si lascia sfuggire
    a meno che….volevi che accadesse proprio così….

    Questa poesia fa parte di una mia raccolta dal titolo “L’amore inamato”, dedicata al tema dell’amore non corrisposto… Penso così di aver risolto ogni dubbio in merito al suo significato. Ma terrei più di tutto a sottolineare che le mie poesie non sono mie, non mi appartengono. Esse vivono di vita propria, mi trascendono, appartengono all’Arte.
    Non importa da quale episodio biografico abbiano avuto origine: sono piuttosto riflessioni (in questo caso amare) su temi universali dell’esistenza umana, espresse usando il particolare linguaggio della poesia, e scaturite da esperienze fatte in prima persona.
    Le si potrebbero esprimere anche in termini filosofici, sociologici, psicodinamici, biologici etc…
    Il mio desiderio non è perciò parlare di me, ma che ognuno trovi qualcosa di sé in quanto scrivo, e magari possa dare un senso a ciò che vive o ha vissuto (chi, almeno una volta nella vita, non ha amato senza essere corrisposto?).
    Attenzione, però: non esprimo nessuna verità assoluta, ma solo un punto di vista relativo sul mistero dell’esistenza, un piccolo frammento di un puzzle infinito, assolutamente impossibile da ricostruire: “… né più mi occorrono/ le coincidenze, le prenotazioni,/ le trappole, gli scorni di chi crede/ che la realtà sia quella che si vede.”

    sono molto pragmatica…..
    ….la verità delle cose oltre l’apparente realtà….
    l’una si nutre dell’altra…è anche vero che una volta fatto il gomitolo della nostra vita , non si riesca molto bene a disfarlo….
    e una volta disfatto non ritorna come prima…..
    dipende…
    la relazione tra gli eventi della nostra vita ci dà la possibilità di ricostruire la verità….
    siamo una traccia su di un foglio di carta….
    se sovrapponiamo tutti i fogli di carta il disegno corrisponde per ognuno di noi….

    l’apparente realtà
    si sovrappone con la verità delle cose
    l’apparenza delle cose
    si sovrappone con la verità del reale

    non si scrive ciò che si ascolta
    si scrive ciò che si sente dentro
    Michelangelo doveva liberare colui che era imprigionato nel marmo
    colui che gridava dentro di se
    la sua anima vedeva se stesso li dentro
    le sue mani si rovinavano per liberarsi dal peso di quell’immagine

    oggi i nostri occhi vedono quella realtà che non potevamo certo vedere prima

    Non credo che si possa ricostruire la verità della nostra esistenza mettendo in relazione gli eventi. Le relazioni che creiamo sono arbitrarie, e a posteriori: sono l’illusione di poter dare una spiegazione razionale a ciò che spiegazione non ha, a ciò che è assurdo in sé stesso. E’ giocare a fare il Godot di sé stessi, quando invece abbiamo vissuto un’attesa inattendibile di un qualcuno inesistente in quanto atteso.
    E’ perciò più onesto arrendersi all’impotenza della ragione, la cui funzione invece è quella di prendere consapevolezza dell’arbitrarietà della nostra visione di noi stessi, visione che muta col tempo e con lo spazio.
    La stessa immagine di noi che ci facciamo (attraverso il mettere in relazione gli eventi) è perciò illusoria e transeunte: è una maschera mutevole del nostro io che cela il nostro nulla, la vera nostra essenza.
    L’arte perciò deve essere portatrice di questo nulla, ci deve portare a questo nulla, deve poter permetterci di sbarazzarci del nostro ego, per raggiungere il baratro siderale del nostro niente.
    Le mie poesie perciò non sono che fotografie, pure immagini che rappresentano sé stesse: e nella loro autotelìa si distruggono, implodono rivelando il Mio Niente.

    L’IMPOTENZA SI FA TEMPO,
    IN ME,
    DEL NON POTER ESSER TEMPO,
    IL MIO TEMPO.

    SONO PRIGIONIERO DEL TEMPO,
    SONO SUO OSTAGGIO,
    SUA PROPRIETA’.

    E IL MIO NULLA
    SI FA TEMPO,
    CHE RECLAMA L’INFINITO
    DELL’ETERNITA’.

    il tuo linguaggio per me è molto distante dal mio vocabolario…
    sò di cosa stai parlando ma non ho gli strumenti sufficienti per rispondere con lo stesso ritmo.
    Sono ignorante, nel senso che ignoro il linguaggio filosofico scitto…
    forse perchè sono una donna….così mi sembra di vedere con gli occhi
    mi è stato detto che il pensiero filosofico non appartiene alle donne…forse è così…
    mi nutro di quello che sento, che provo, che vedo, che odo, che gusto….questo la vita mi ha regalato…
    sò dei miei limiti, credo di sapere cosa mi spinge verso alcune direzioni anzichè altre..
    ho viaggiato dentro di me…un viaggio ai limiti della follia, che mi ha fatto scoprire e vedere con altri occhi il senso ed il non senso della mia esistenza…molte cose poi si aggiungono o si sottraggono con il tempo che passa…amavo leggere saggi…quando li cercavo tra gli scaffali erano le sensazioni che attraversavano le dita a farmegli scegliere…li sentivo gridare…bevevo quelle parole scritte, assetata di capire se la mia follia, il mio dolore aveva un senso….
    non riesco ad aprire piu’ un libro….ho paura a toccarli, quel brivido mi spaventa…
    ritrovavo tutto ciò che attraversava la mia mente….la mia non era follia…
    era umanità….Vita
    stò rispondendo a questi commenti, cosa che di solito non faccio, perchè corrispondono a ciò che penso, ma non lo sò scrivere….sono impotente di fronte a queste cose…..queste parole mi spaventano, entrano dentro di me come una frustata che fà sanguinare l’anima e gli occhi si riempiono di lacrime…. riprovo lo stesso identico dolore profondo di situazioni passate…
    non ti conosco….
    non sò chi tu sia….ma mi spaventi
    scusa ma non riesco piu’ a scrivere….

    Ancora una poesia dalla mia raccolta, stavolta incentrata sul tema dell’inutile attesa: chi ama e non è corrisposto attende inutilmente, ma ugualmente sente che anche il solo attendere riesce a dare un senso alla sua solitudine. Per dirla col mio Maestro: “… ma in attendere è gioia più compita.”

    Inutile speranza,
    tu sei la mia sola speranza
    che l’inutile mio amare
    l’amata non amante
    non sia solo disperazione.

    Inutile speranza,
    tu mi sei necessaria
    come il cibo a chi ha fame,
    come l’aria a chi soffoca,

    come l’amore
    a chi si sente vuoto:

    a chi si sente inutile
    nell’essere inutile amante
    di un’amata non amante.

    Costellazione dello scorpione

    Svuoto i miei versi in questo spazio
    Fino al momento di renderti sazio
    Storia di vita storia di morte
    Mai amore fu cosi forte

    Sulla tua sedia ti vedo assorto
    Il tempo rapì un passerotto
    Alla tua porta vorrei bussare
    Ma questa donna non sà cosa fare

    Sotto la sabbia c’è uno scorpione
    Vive di niente senza padrone
    Prendo dell’acqua per farlo uscire
    Lui ha deciso di farmi morire
    Alza la coda,avanza veloce
    “Posso colpirti senza una voce”

    Un pasto rubato al tempo che và
    Colpire un amore senso non ha
    Gli occhi tuoi fieri,pensieri morbosi
    Il letto ci accoglie entrambi gelosi

    “Sei la mia vita” ti guardo diritto
    Mentre il tuo corpo chiede un affitto
    Il prezzo del pasto è molto salato
    L’istinto si desta, troppo ha pagato

    Ricordi di ieri, ricordi di oggi
    Tutto si somma mentre mi sfuggi
    Dalla finestra il mare respira
    Fisso le labbra, un bacio m’ispira

    Così d’amore brucia la stanza
    Lingue di fuoco senza speranza
    Vento di luglio, vento di agosto
    Porta da me il suo odore di mosto
    Vento di aprile, vento di maggio
    Dell’uomo mio non basta un assaggio

    Oste c’è vino nella tua tazza?
    Annega l’anima, rendila pazza

    Vedo il tuo viso in ogni momento
    La tua bellezza è uno sgomento
    Apri le ali e voli radente
    Raccolgo una piuma in mezzo alla gente

    Il tuo sorriso ho qui tra le mani
    Apro la porta aspetto domani
    Luci di auto sull’autostrada
    Manca l’aria in questa contrada

    Il corpo reclama la tua presenza
    Tre giorni ancor e non sarò piu’ senza.

    5 agosto 2008

    Giro armonico

    Elle si chiama il mio dolce amore
    Sotto quell’olmo è sepolto il mio cuore
    Tutto di me a lui appartiene
    Girate lo sguardo se invidia vi viene
    Odore di fresco e d’erba tagliata
    Con la sua ombra protegge l’amata

    Con le radici prepara una culla
    Mette un recinto dove c’è il nulla
    “ sulla collina, loro son là”
    Ma oltre i paletti nessun mai andrà

    La terra accoglie ore d’amore
    Mentre le fronde non fanno rumore
    Il sole e la luna ascoltano i gemiti
    Quando la nebbia appoggia i suoi gomiti

    Elle si chiama il mio dolce amore
    Sulle mie dita c’è il suo sapore
    Sulla mia pelle c’è il suo sudore
    Dentro ai miei occhi il suo splendore

    Sulle mie labbra un eterno torpore
    Nei miei pensieri un costante fragore
    Dalle narici arriva il suo odore
    Tra le sue braccia sento il suo cuore

    Elle si chiama il mio dolce amore

    Mi scuso per il mio linguaggio: quella della filosofia è la mia formazione universitaria (purtroppo ancora non terminata). Ma soprattutto mi dispiace di averti ferita… non era mia intenzione.
    So cosa sia la sofferenza, anche grande, per averla vissuta e viverla in prima persona, e ne ho il massimo rispetto.
    La scrittura inganna, deforma, decostruisce l’essere umano. Trasforma la persona in un pezzo di carta. Io stesso non accetto questo limite.
    Anche i rapporti umani, mediati da mail, blog, sms e quant’altro di scritto, non possono più essere autentici, diretti.
    Mi devo nascondere dietro pseudonimo, perché tutti (e quindi anche chi non vorrei) possono leggere ciò che scrivo, e ciò che rivelo…
    Ho usato una terminologia un po’ astratta e generalizzante proprio per non essere troppo personale e biografico: forse il contrario mi potrebbe costar caro…
    Anche io sono spaventato, ma da questo modo impersonale di comunicare, reso ancora più castigato e reticente dall’essere collocato nello spazio “pubblico” del Web.
    E’ il primo blog in cui scrivo, e l’ho scelto perché dà voce alla poesia e a null’altro di più; ed anche perché sono marchigiano (anche se non vivo più in quella terra da moltissimi anni), e sono fiero di esserlo.
    Scusami ancora…

    NuevoRilke

    (p.s.: La poesia sull’attesa l’ho inserita prima di accorgermi che avevi di nuovo scritto…)

    Da “L’amante inamato”:

    Inutile combattere,
    inutile nascondersi,
    inutile nascondere a sé stessi
    l’amore che ti porto in grembo,

    come una madre
    che porti in seno
    una bimba da poco concepita.

    Ti ho concepita in me,
    sei nata in me,
    come una vita che reclami
    il suo diritto alla vita,
    il mio diritto alla vita,

    amandoti nel mio grembo nascosto
    d’innamorato sconfitto.

    il web…è come essere nascosti tra le foglie…
    si è presenti ma non lo si è….contemporaneamente….
    conosco bene questo concetto, che è anche pratica, ma non sò realizzarlo….
    o per lo meno razionalmente non mi sembra di farlo….
    conosco molto bene però chi riesce a praticarlo….
    ..c’è ma non c’è…
    …è e non è
    …afferma e subitamente nega…

    giuro è una continua masturbazione mentale….

    la filosofia non è il mio forte, lo ammetto…

    per quanto riguarda i versi in rima o no, la cosa è un pò come partorire un’immagine
    ciò che faccio riguarda i colori, ogni volta che la mia mente costruisce un segno e poi a seguire una figura ed ancora una composizione, l’irruenza del tutto scatena come una tempesta ( non sò come definirla)…tutti i muscoli del corpo sono in tensione…le braccia e le mani, il collo, le gambe avvertono un movimento che si placa solo quando dalle mani riesce ad uscire quell’orda di segni e colori…

    osservo alla fine, contemplo ciò che non mi appartiene piu’…quella cosa è lì, davanti a me…
    in un altro spazio, diverso da me…ed io sono completamente vuota e libera…
    come i versi che scrivo…
    loro sono lì davanti a me, sono io, ma non sono piu’ io….
    l’immagine continuo ad ammirarla
    per i versi invece provo poi una reazione opposta….ho paura di far rientrare dagli occhi quelle parole…

    Sono pienamente d’accordo.
    Personalmente, scrivo per liberami delle parole e fare silenzio dentro di me, fare il vuoto, creare spazio interiore.
    Penso che ogni artista, qualunque sia il mezzo espressivo usato, cerchi questa dimensione di afasia interiore, di vuoto silenzio: un vuoto che lo rende ricettivo verso le cose che lo contornano, viste ora con un occhio nuovo, capace di scorgere la bellezza in realtà che prima gli sembravano insignificanti.
    Tutto diventa “bello”, tutto riacquista senso, anche il dolore…
    Penso poi che sia comprensibile, umano e assolutamente normale non riuscire a rileggere subito quanto si è scritto: ma penso che ciò sia temporaneo, nel senso che forse c’è bisogno di una pausa “fisiologica”, più o meno lunga, prima della quale poter tornare con maggior distacco e serenità sui propri scritti.

    ALLA PAGINA VUOTA

    Pagina Vuota,
    la mia scrittura ti percorre
    senza mai riempirti.

    Pagina Vuota,
    comunque io ti scriva sopra
    tu resterai sempre vuota,

    ad inghiottire nel tuo vuoto
    le mie parole,
    che dal silenzio partono
    ed al silenzio tendono.

    Così tu, Pagina Vuota,
    accogli i miei versi,
    accogli il mio desiderio vitale
    del vuoto silenzio
    dell’amore.

    Un’altra poesia da “L’amore inamato”, incentrata sul tema del vuoto come frutto dell’amore, visto e vissuto come esperienza estetica (ed estatica).

    QUESTO LUOGO
    CON TE
    DIVIENE IL VUOTO.

    QUESTO TEMPO
    CON TE
    DIVIENE L’ETERNO.

    IL NONSENSO DELLA MIA VITA
    SI FA SENSO PIENO

    IN QUESTO LUOGO,
    IN QUESTO TEMPO,

    CON TE.

    e tu , sconosciuto, credi di rimanere invisibile dietro un nick?
    chi ti conosce ti riconoscerà….se già non l’ha fatto…
    hai piu’ paura di lei che tornerà ( perchè forse non lo vuoi per scelta tua di vita)
    o di ciò che la circonda?( perchè saresti costretto a combattere, cosa che mi sembra di capire che la conquista non è nel tuo ordine delle cose?

    una delle due rappresenta la verità, se non addirittura entrambe…..

    Scusami, ma ora sei tu a spaventare me… Sento un tono risentito, quasi aggressivo e provocatorio…
    Non ritengo questo spazio adatto a rispondere a domande simili, che implicherebbe dire cose che alla fine riguardano solo me.
    L’arte, la poesia, invece, sono di tutti, sono per tutti, riguardano tutti.
    Ho inserito la mia prima lirica (SAUDADE DE ELA) per fare una eco alla tua, per cercare di proporre un modo diverso di fare poesia riguardo l’amore.
    Penso che lo scopo di questo blog sia quello di condividere poesie, e confrontarsi sui diversi modi di concepire l’arte poetica, tutto qua.
    La vita privata, a mio avviso, qui è del tutto fuori luogo.
    Scusa la crudezza, ma volevo essere esplicito e chiaro su ciò che mi porta, me poeta, a scrivere in questo spazio.

    chiedo umilmente scusa per ciò che può essere sembrata un insolente ingresso nella vita sua privata…..riavvolgo il nastro e torna all’inizio…..dandole del lei…

    in questo spazio ci conosciamo piu’ o meno tutti….sappiamo chi c’è dall’altra parte e nessuno ha paura di mettere in pubblico le sue emozioni, sensazioni, modi di pensare e di vedere….
    i commenti poi, che sono reazioni a ciò che l’altro legge ( e chi pubblica vuole condividere con gli altri se stesso anche credo per cercare di capirsi nel rileggere le osservazioni di terzi)vengono accettati così come sono, e cioè ….poesia-reazione-reazione-poesia….si interagisce con se stessi e con gli altri…ed è un vortice che alimenta e si alimenta…c’è a chi piace, a chi non piace, chi prova disgusto, chi piange, chi ride…esprimiamo solo la nostra intensa Umanità…
    Nessuno ha paura di niente….
    Io ad esempio uso tre nick…che utilizzo a seconda di ciò che scrivo….nessuno,tuttofare e Patrizia che è il mio vero nome….

    Capisco che non siamo tutti uguali e mi rammarico per aver scritto in quella veste il mio ultimo commento, oltre tutto il suo nuovo ingresso non mi doveva permettere di usare lo stesso tono che per altri, oramai considerati amici virtuali e non….
    Erano considerazioni e non domande dirette….non implicavano una risposta….ma certamente per lei che ha letto il punto interrogativo la cosa ha avuto un altro significato…

    noi qui siamo così…

    anche cattivi tra di noi….ma un buon bicchiere di vino se ci riunissimo non ce lo leva nessuno…

    L’abbiamo anche fatto e devo dire che mi auguro di rifare la stessa esperienza, leggera, goliardica ed Umana….
    Adoro vedere il sorriso sui visi delle persone….mi incanto sempre se suscito un sorriso…..

    Spiego anche il perchè della mia considerazione arbitraria nei suoi confronti…
    non mi ritengo un’artista, sono semplicemente un’artigiana…faccio una forzatura…artigiana della vita.
    La vita quotidiana , il fare sono il mio senso e non senso della mia esistenza…
    posso fare una sedia come un quadro….
    posso aggiustare un rubinetto come scrivere una poesia….
    Da fuori a dentro…da dentro a fuori…..

    posso andare o rimanere….

    così ogni minuto ogni attimo che respiro….
    Osservo….con gli occhi, con il naso, con le orecchie….l’immagine sembrerebbe contorta ma è la verità, mia per lo meno….
    osservo gli altri….li vedo…li sento ( è strano ma è così) a volte mi spavento….
    molto tempo fà produssi una marea di scritti…..li feci leggere….esperienze interiori che si potevano far leggere ad altri, pensai…mi fu risposto che il contenuto era così intimo che molti avrebbero trovato i miei punti deboli e da quelli farmi del male….

    desistetti dal farlo…e poi non ne valeva la pena….oramai erano rimasti solo dei fogli di carta…
    Osservando gli altri,in relazione a me, ho notato che…io racconto di me tutto, mentre c’è chi non lo fà…normale…Ma chi no lo fà , non racconta di se,è perchè ( spero di non incartarmi) usa le debolezze degli altri per operare sulla realtà, per ( anche qui faccio una forzatura) per fare del male, o intervenire nella realtà di terzi….conoscendo se stesso/a ha paura che gli atri facciano così con lui/ lei….insomma sà cosa significa….

    Lo ammetto non sò scrivere…le mie sono osservazioni sulla realtà che ho toccato con mano e mettendo in relazione gli eventi che si sono susseguiti in un periodo della mia vita , ancora noto….

    Siccome questa cosa vista mi ha scatenato e scatena in me …si, un risentimento….ecco il perchè della mia considerazione….

    comunque vadano le cose, ritengo che se dovesse sistere una frequentazione tra due individui, a parte il primo periodo della conoscenza…sempre sulle difensive come l’istinto vuole…,nel tempo però i due individui interagiscono con tutta la loro personalità, senza paura….

    a meno che…..e qui si aggiungono le considerazioni-domande che ho fatto nel commento.

    Ancora mi scusi

    le faccio un regalo…..sempre le mie semplici filastrocche dedicate all’Uomo della mia Vita

    Croce

    Occhi marroni color cioccolata
    Prendi coraggio rapisci l’amata
    I girasoli chinan la testa
    Al tuo passaggio sembran far festa

    Giallo il colore che t’accompagna
    Rossa è di fuoco questa montagna

    Fate silenzio, sento una voce
    Troppo rumore sotto la croce
    Da questo filo escon le note
    Di questa voce si nutron le gote

    Dal tuo terrazzo mi tendi la mano
    Mentre il mio corpo galleggia lontano
    Prendi coraggio, allarga le ali
    Cavalca il venti, i temporali

    Acchiappa una stella sulla sua coda
    Verrai da me, lascia che accada
    Aspetto il tuo corpo caldo d’agosto
    Profumo di miele, acacia di bosco

    Son fili d’erba quelle tue dita
    Suonano il corpo, rinasce la vita
    La sabbie accoglie le membra tue stanche
    Labbra carnose mi prendi le anche

    Respiro affannoso, lento torpore
    Cade una stella senza rumore
    Adamo ed Eva in Paradiso
    Dei dell’Olimpo….giunge un sorriso

    Dammi la vita che sai donare
    Dammi una stella a cui parlare
    Dammi la luna per ululare
    Dammi una fiera da domare
    Dammi il tuo corpo da poter amare
    Dammi un gorgo in cui sprofondare
    Dammi le ali per volare
    Dammi il tuo fiato per ubriacare
    Dammi la pelle da respirare
    Dammi il mare in cui affogare
    Dammi l’amore da sbranare

    Occhi marroni color cioccolata
    Prendi coraggio, rapisci l’amata

    Ella ti aspetta
    Dietro al fumo della sua sigaretta

    Credo anch’io di avere esagerato con la mia reazione ai tuoi commenti. Non credo però che dandomi del lei mi si possa aiutare ad essere più libero, anzi…
    Sono marchigiano, ma della provincia di Ascoli Piceno, e vivo lontano dalle Marche fin da piccolo, da quando i miei genitori emigrarono altrove per lavoro.
    Però ho molti, moltissimi (anche troppi) legami con Senigallia, i suoi luoghi, la sua gente, il suo mare, la sua arte.
    Senigallia è uno dei luoghi del mio passato, un topos fisico e metafisico, un simbolo della vita e della natura (adoro il mare, che purtroppo vedo di rado).
    Molti, troppi legami che mi spaventano e mi attraggono allo stesso tempo, e che hanno stimolato in me la curiosità di leggere le poesie di questo bellissimo blog, e di aggiungervi le mie (anche se non conosco nessuna delle persone che vi scrive).
    Purtroppo ho un carattere schivo, e faccio molta fatica a relazionarmi con le persone (coi libri me la cavo molto meglio): ogni mia amicizia è frutto di un faticoso e lungo lavoro di adattamento all’altro, di un sacrificio nel costruire una relazione significativa. Ma l’amicizia è importante, ed è necessario sopportare quella parte di fatica che occorre, per poi godere della stima e del calore umano di chi mi vuol bene.
    I tuoi interventi mi hanno preso alla sprovvista, è vero; e ho preferito evadere dal dover parlare di ferite interiori che ancora sanguinano abbondantemente. Ma, credimi, col senno di poi considero legittime le tue reazioni, e tali da non aver bisogno di alcuna scusa.
    Forse dovevo lasciarti semplicemente sfogare, lasciare che reagissi spontaneamente allo stimolo dei miei versi e dei miei scritti, senza sentirmi obbligato a rispondere in merito, senza dover cercare di darti una risposta logica.
    Bastava forse solo accostare, giustapporre in maniera analogica le mie sensazioni (in versi o in prosa) alle tue, creando con esse legami di fantasia, suggeriti più dalle emozioni suscitate che dal raziocinio filosofico.
    Ciascuno è libero di dire o non dire, ma deve lasciare gli altri liberi di dire ciò che vogliono, senza aver da ridire su ciò che gli altri liberamente han voluto dire… (de-forma mentis di poeta!)
    Se puoi, però, non darmi del lei: mi sentirei ancora più forestiero e solo di quanto già sono…
    Grazie…

    qualche altra poesia? non ne hai piu’?…..mi piacerebbe leggerle….
    sono morbide, come le nuvole
    azzurre come l’acqua
    e corrispondono alla linea dell’orizzonte che ho visto dentro di me…

    scusami ma non sò esprimermi diversamente

    Ciò che hai detto sulle mie poesie mi ha commosso… Nessuno mai ha detto cose così belle, così semplicemente belle, così poeticamente belle su quello che scrivo come hai fatto tu ora… Finora ho ricevuto solo giudizi “tecnici” di addetti ai lavori: positivi, ma algidi.
    Di poesie ne ho tante, credimi. E non ho intenzione di risparmiarle dopo queste tue parole…
    Ho solo bisogno di riprender fiato, perché la commozione mi toglie la lucidità (di carattere sono molto emotivo), e ora non riuscirei a scegliere che versi regalarti…
    Grazie di cuore…

    io di solito lascio solo che sia il caso, l’istinto a farmi guidare le mani….
    chiudo gli occhi e faccio scivolare sopra le mani….
    come per i libri…

    così, semplicemente ….lasciando da parte la ragione

    COMPIUTAMENTE INCOMPIUTO

    Compiuto,
    incompiuto.

    Tutto si compie
    come cosa incompiuta.

    L’eterno si compie
    nel tempo e nello spazio,
    incompiuti.

    L’amore si compie
    nei sentimenti e nei gesti,
    inadeguati e incompiuti.

    La vita si compie
    nel momento stesso
    in cui mi si rivela:

    compiutamente incompiuta.

    LA SOLITUDINE
    SI FA SILENZIO,
    IN ME;

    E IL SILENZIO
    SI FA SOLITUDINE,
    CHE SCUOTE
    LE CORDE DEL MIO INTIMO.

    RISUONA UNA MUSICA SILENZIOSA:
    L’AFASIA DEL CUORE,
    L’AMUSìA DELL’ANIMO,

    CHE SPEZZANO
    LE CORDE DEL MIO INTIMO,

    SCOSSE DALLA SOLITUDINE,
    CHE SI FA SILENZIO,
    IN ME.

    Donna,

    sei stata,
    sei
    e sarai
    irraggiungibile,

    chimera meravigliosa
    quanto proibita
    da un destino misterioso,

    che ti fece
    distante da me
    quanto l’intangibile
    vicinanza di un sogno.

    ti ringrazio per il regalo che come hai espresso sopra, è stato mosso dal fatto che io abbia descritto i tuoi versi in maniera ” semplicemente bella”…..
    Ora però credo sia il caso di fare un’osservazione….
    Tutti sono invitati in questo spazio e tutti possono partecipare con i loro versi….per condividere emozioni con gli altri…
    credo che la mia filastrocca sia stata da imput per far uscire da un altro individuo il proprio sentimento….e questo mi fà enormemente piacere
    continuare la conversazione e la pubblicazione dei tuoi versi sotto la mia poesia assume un significato ben oltre la condivisione di gruppo….
    Assume l’aspetto di un colloquio a due…di due che si conoscono….cosa che non mi sembra esista…

    e non ritengo di aver mai suscitato emozioni di questo tipo….
    A parte mio marito…a cui sono dedicati tutti i miei versi…
    Che lui legge, ci sorride compiaciuto…fà il mio “personale correttore di bozze”…
    Le filastrocche hanno bisogno di una ingentilita nella forma…cosa che io non conosco e non sò usare…sono venute così, fuori istintivamente…..

    Anche lui usa questo spazio per far evaporare le sue sensazioni…..
    La cosa migliore sarebbe di spedirle direttamente alla direzione del giornale, perchè poi settimanalmente verranno pubblicate….

    Poi nel corso dell’anno si indicono dei premi di poesia a cui potrai partecipare…..

    buon ferragosto a tutti…..

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