Poesie Senigalliesi » Blog Archive » Occitano
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Strano

Nuovo

Sapevo
cos’era

Sentivo

Nell’onda
pareva andassi

Violino
fisarmonica

Voce di donna pagana

Il mio nome
soffocato

Tremante pareva

A tratti
venire

Fuggito

Pelle

Sapore tuo
mi doni

Improvvisamente
così

Come se fosse gioco
accarezzo le mani

Tue

Che solo
avevo immaginato
sempre.

Dario Petrolati
Padova 5 gennaio 2008
www.dariopetrolati.it

11 Responses to “Occitano”

    bella bellissima bravo bravissimo … ciao

    Grazie Enrico per avermi letto.
    Io da autodidatta ho scoperto solo ora la civiltà occitana, su radiotre hanno trasmesso musica che semplice e complessa pareva italiana come il testo.Ma io non arrivavo a capire il senso delle parole ancorate a musica ispano-franco -maghrebina.Gli strumenti musicali solo tre ed allora mi sono impegnato a far una ricerca e sono arrivato sino alla lingua doc ed alla lingua d’oil….Poi l’epoca 1200 e tutto il tantissimo che gira attorno.Mi rendo sempre più conto che la ignoranza mia infinita mi aiuta a curiosare per conoscere.
    Grazie Enrico,
    dario.

    …..non voglio pensare che per limitate piccine vendette questo sito venga sabotato.Ho la sensazione che da un poco di tempo si stia sulla riva ad aspettare.Sarebbe veramente un peccato.
    Non si vince così.
    Perchè manca la collaborazione che era vivace o forse a volte incompresa?.
    Cerchiamo di darci una mossa se c’è qualcosa meglio dirlo piuttosto che tacere.
    Vi pare?
    O sembra solo a me?
    saluiti a tutti
    dario

    Magari ci sono problemi tecnici o di altro tipo..che succede Dario

    Lorenzo,
    grazie
    ieri a Padova si è parlato in modo interessante e più che positivo di te
    Ti dirò poi più a lungo la bella sensazione che ci fai provare.
    Grazie è poco e nulla
    debbo dedicarti tempo degno di te.
    Ciao.
    dario

    Grazie Dario, colgo l’occasione per dirti quanto mi ha allietato una poesia di Pablo Neruda..Lentamente muore

    …………..e non è adesso Lorenzo
    non ora posso risponderti
    come desidero
    debbo
    domatinna
    presto come mio costume
    cercherò di dirti
    riferirti
    quanto
    e perchè positiva
    è l’impressione
    sensazione
    che ci fai
    dario

    Caro Lorenzo,
    oggi è una giornata in cui tra freddo uggia e notizie giunte da Madrid mi sento malissimo moralmente
    è una di quelle giornate che non vorresti mai si verificassero quando ti svegli da un brutto sogno eppoi ti accorgi che invece stai subendo una realtà sgradevole pesante più grande delle possibilità cui potresti e dovresti occupare
    ma non ne ho colpa e questo è anche peggio
    non posso aiutare una persona che mi chiede dignitosamente ossigeno e rincuorarsi dopo una caduta morale e complessa
    che fare ?
    allora ti chiedo scusa aspetto che mi passi eppoi parlerò di te col dovuto entusiasmo per averti trovato e non solo.
    Grazie Lorenzo,
    dario

    Ciao Dario, nelle tue parole leggo uno smarrimento simile a quello di una mia amica tempo fa…faccio volare verso di te delle frasi che ho scritto per lei..ma non solo per lei..fanne ciò che vuoi..e scusami se non capisco il tuo sentire

    LASCIALO ENTRARE

    Un coro ti assilla
    e non ti lascia dormire.
    Ti bussa alla soglia
    una voglia di uscire.
    Un punto ti assale
    e non sai cosa fare.
    Correre e urlare,
    o parlare e ascoltare?
    Ti guardi intorno,
    dentro,fuori
    cercando una risposta
    dai mille colori.
    I respiri del tempo,
    le ore che passano,
    credi davvero
    in un loro compenso?
    A questo tormento non dar da mangiare.
    Questo lamento fallo parlare.
    Dei nostri destini,
    se non t’hanno informato
    non siamo indovini
    che un pianto ha pagato.
    Tu,noi e il futuro,
    non te l’hanno detto?
    Hanno messo un muro,
    non passa un insetto.
    Non siamo padroni,
    ci manca potenza
    sono altri i coloni
    per rapir questa scienza.
    Tutto il Gange
    non c’appartiene,
    ancor meno il sangue
    che scorre le vene.
    Troppe,infinite
    son le paure
    che mordono la mente
    del ricco signore.
    Ma noi poveracci,
    figli golosi
    con quattro stracci
    e molto nervosi
    facciamo la fame
    per una torta di miele
    buttando via il pane
    di tutte le sere.
    Un coro ti assilla
    e non ti lascia dormire?
    Dagli la villa
    senza soffrire,
    offri la torta
    l’oro e i vestiti.
    Apri la porta,
    che prenda i residui!
    Non piangere ora,
    niente è perduto
    hai dato fin ora
    il mai posseduto.
    Ora sei libera,
    è crollato il castello,
    sei più leggera,
    come un uccello.
    Lampi tuoni
    vento e tormenta,
    vecchi suoni
    di una vecchia faccenda.
    La compagnia che avevi,
    notte e dì,
    non ci credevi
    ma è rimasta lì.
    Troppe cose le hai lasciato,
    pesante come un macigno
    ormai ti ha abbandonato,
    non alza più il suo artiglio.
    Niente hai perso
    dei tuoi talenti.
    Il cielo è terso,
    libera i denti.

    Ciao Dario

    Sbagliato nel dire che Lentamente muore è stata scritta da Neruda…a prescindere resta una bella poesia

    Appartiene alla mano di Martha Medeiros…

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