Poesie Senigalliesi » Blog Archive » Una mattina di futura primavera
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Un ragazzo catalano
con la chitarra di traverso

Morde le corde tese
l’unghia del mignolo
Non si spezza

Chino sulla cassa
cadono lunghi
capelli neri

Invocazioni
spari

Raphael Alberti

Una poesia lontana
carezze e nostalgia
solitudine

Ecco Picasso :

GUERNICA
in bianco e nero

Spagna laica
profumi e nobili colori
luci sgargianti
regalità

Dietro la tela
scorgo Velasquez

Gioca a carte

Sorride Modì.

Dario Petrolati
Padova 13 marzo 2006
( dentro il Luccini )
www.dariopetrolati.it

10 Responses to “Una mattina di futura primavera”

    bella, bella, bella… Come solo un poeta vero può scrivere. :-)
    P.S. Se sono sparita, è perché sto cercando di dare una mano per contrastare l’andazzo di un PD fatto di camarille, accordi, giravolte, oligarchie e compravendite. Certamente non riuscirò a fare molto, ma ci provo… Ciao! :-)

    per Dario .. bella bellissim
    per Smile … brava bravissima

    ………….quale inconcreto io sono e tanto, oltre a ringraziare, anticipo che nel mio mondo esiste e non so dove, un pianista ( figlio del Console Americano )che ancora deve tornare.Ho chiesto in giro chi fosse a suonare tutti i mercoledi alle ore 15,30,dietro a quegli scuri, con discrezione-vigore e tanta malinconia Schumann,a rate mi parlarono del figlio del Console,poi visto che nemmeno il portalettere era in grado di darmi delucidazioni su quale fosse il portone d’ingresso,il nome del musicista o altri chiarimenti,sapete cosa ho fatto?.Ho aspettato che uscisse qualcuno da un portone.sempre sul Piazzale Mazzini e zac. ho beccato un signore educato per fortuna mia,il pianista è in viaggio con la” SU MOIE “,essendo fresco di nozze.Il mio informatore è di S.Giovanni Valdarno ,allora tra musica ( ama Chopin )e paesaggi di Toscana ci siamo scordati il tempo,c’era quella mattina un sole bellissimo,lui toscano io marchigiano, anche se ridendo ci siamo sentiti estranei all’Impero Austo-Ungarico,italiani, porca miseria, italiani.Ci rivedremo al ritorno del figlio del Console.A volte succedono cose di nessuna importanza,ma a me bastano e mi sembrano favole per le quali varrebbe la pena anche di combattere.Sono un sognatore fuori tempo e fuori luogo,tanto che pare anche Fyby trovarsi a disagio quando io faccio lo sciocco.
    Fyby ,come ben sapete, è il cucciolo da divano di Riccardo:anni 10 che mi scrive su pezzi di carta da disegno poesie,è talmente bravo che le maestre a scuola lo mandano a recitarle per l’istituto.A volte la sera quando si sente ispirato me le legge per telefono,poi le firma e me le regala.Che strano quando ci vediamo facciamo a gara.Lui sa del mio debole ed io provo una strana sensazione quando Riccardo mi legge i suoi componimenti:ha le erre moscia e di certe cose parla solo con me,ha detto una volta che certe cose le può confessare solo a me.E’ innamorato da quasi un anno do una vicina di casa di nome Alice,purtroppo ha 14 anni e lui è convinto del suo amore.
    Adesso basta altrimenti mi giudicherete una spia.
    A chi mi vuol bene ( un bene qualsiasi )
    dario

    ………….quale inconcreto io sono e tanto, oltre a ringraziare, anticipo che nel mio mondo esiste e non so dove, un pianista ( figlio del Console Americano )che ancora deve tornare.Ho chiesto in giro chi fosse a suonare tutti i mercoledi alle ore 15,30,dietro a quegli scuri, con discrezione-vigore e tanta malinconia Schumann,a rate mi parlarono del figlio del Console,poi visto che nemmeno il portalettere era in grado di darmi delucidazioni su quale fosse il portone d’ingresso,il nome del musicista o altri chiarimenti,sapete cosa ho fatto?.Ho aspettato che uscisse qualcuno da un portone.sempre sul Piazzale Mazzini e zac. ho beccato un signore educato per fortuna mia,il pianista è in viaggio con la” SU MOIE “,essendo fresco di nozze.Il mio informatore è di S.Giovanni Valdarno ,allora tra musica ( ama Chopin )e paesaggi di Toscana ci siamo scordati il tempo,c’era quella mattina un sole bellissimo,lui toscano io marchigiano, anche se ridendo ci siamo sentiti estranei all’Impero Austo-Ungarico,italiani, porca miseria, italiani.Ci rivedremo al ritorno del figlio del Console.A volte succedono cose di nessuna importanza,ma a me bastano e mi sembrano favole per le quali varrebbe la pena anche di combattere.Sono un sognatore fuori tempo e fuori luogo,tanto che pare anche Fyby trovarsi a disagio quando io faccio lo sciocco.
    Fyby ,come ben sapete, è il cucciolo da divano di Riccardo:anni 10 che mi scrive su pezzi di carta da disegno poesie,è talmente bravo che le maestre a scuola lo mandano a recitarle per l’istituto.A volte la sera quando si sente ispirato me le legge per telefono,poi le firma e me le regala.Che strano quando ci vediamo facciamo a gara.Lui sa del mio debole ed io provo una strana sensazione quando Riccardo mi legge i suoi componimenti:ha le erre moscia e di certe cose parla solo con me,ha detto una volta che certe cose le può confessare solo a me.E’ innamorato da quasi un anno di una vicina di casa di nome Alice,purtroppo ha 14 anni e lui è convinto del suo amore.
    Adesso basta altrimenti mi giudicherete una spia.
    A chi mi vuol
    bene ( un bene qualsiasi )
    dario

    molto bella bravo

    …………..SOLO PROTESTO
    AVVILITO MI RIBELLO NEL MIO INTIMO
    SCRISSE DOPO LA GUERRA PIERO CALEFFI : PENSACI UOMO
    EVIDENTEMENTE GLI UOMINI O SONO NASCOSTI
    OPPURE COSA…….?
    I LAVAVETRI AGLI ANGOLI VANNO UCCISI CACCIATI NON RESTIAMO IMMOBILI A GUARDARE
    ORGANIZZIAMOCI E CONTESTIAMO CHI NON HA VERGOGNA DI ESISTERE
    dario

    Spero che i poeti e le anime belle diano una risposta.Quanto accade deve ottenere una reazione,non possiamo restare indifferenti,altrimenti saremo complici.
    dario

    …….per la rabbia
    per l’emozione
    senza fare troppi calcoli
    ho creduto
    ed ancora credo
    che esistono PROBLEMI IRRISOLTI
    Ora si parla di lavavetri
    di diversi
    di classi emerginate
    per risolvere i problemi
    ho la sensazione che si voglia tentare una distrazione generale.
    dario

    …………anche se fa fresco ho aperto i vetri della mia finestra sul cortile.Sentivo fioco il richiamo del pianoforte,non ho resistito.Era tempo,troppo ormai,che dalle finestre del muro di cinta non arrivava qualche studio di Schumann,preciso come un orologio svizzero,alla solita ora del mercoledi il figlio del Console ha ripreso a chiamare, invocare anche gli uccellini ed i piccioni che fanno il nido attorno al Carmine,nessuno ha tirato fuori scuse.In silenzio queste mura stanno ospitando anche le anime di chi non abita più quì,c’erano i vecchi del Geriatrico ora svuotato, lo stanno ristrutturando con colori pastello come sede ampliata del Maldura,sono colori delicati come se fosse un asilo per bimbetti,e le piante esotiche,le aiuole e le vasche con l’acqua che zampilla come nella religione Islamica,pare di assistere a favole esotiche nelle fascie protette della televisione che non esiste.Ho sospeso il mio lavoro, senza guardare l’orologio,sentivo che a quest’ora sarebbe iniziato un canto privato, quel richiamo musicale che ho la fortuna indescrivibile di assorbire,e quando i miei amici marchigiani,poeti,sognatori,lontani-troppo per me- potranno venire a Padova , farò loro da guida per questi luoghi e persone indicando le suore-suorine dei vari ordini , in Via Pellegrino sotto i portici,mostrerò il mio cortile al n° 16 ,Ponte Molino che spezza in due il luogo ove io trascorro le giornate,Piazzale Mazzini di giorno e di notte con le sue miserie e la bellezza nascosta sopra i frondosi alberi,l’inimmaginabile Basilica del Carmine col suo cupolone verde di rame ed il campanile fasciato per le ristrutturazione,andremo alla Wiennese a sorbire il caffè,i più golosi avranno pasticcini ed aria che solo dentro le vetrate del locale potranno assaporare,in fila indiana osserveremo i libri tenuti in equilibrio con sottili fili,mentre da Palazzo Maldura vedranno entrare ed uscire la bella gioventù Padovana.Ed altre ed altro,tutta una vita intrisa nei mattoni antichi da cui pare uscire respiri e soffici pensieri.Continua l’esercizio musicale ed io quasi non credo a quanto vedo e sento ,se non posso dividere con qualcuno.
    A voi che sempre penso,
    dario.

    SMILE,
    come stai?
    dario

    Sto bene Dario. Impegnata in questa cosa strana che si chiama “esercizio delle democrazia”. Utopia? Può essere. Ma non importa, Ciao, un bacione :-)

    Ventana sobre la utopía
    Ella está en el horizonte -dice Fernando Birri-. Me acerco dos pasos, ella se aleja dos pasos. Camino diez pasos y el horizonte se corre diez pasos más allá. Por mucho que yo camine, nunca la alcanzaré. ¿Para que sirve la utopía? Para eso sirve: para caminar.

    (Da “Las palabras andantes” di Eduardo Galeano, 1993)

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