Poesie Senigalliesi » Blog Archive » Un vento agreste
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Un vento agreste, originario,
sprigiona aria dalle piante
e svela.

Corre lo schioppo,
ma il morto non lo trova.
Ha corso mari
e tanta terra, e per millanta lune,
terre che avete arreso, solitari
lupi, voi che belate al cielo,
smettete il vostro “gnu”.

Eppur ancora il moscerino
non aveva sincopato il ragno
e il lagno di una sogliola
non era stato udito.

Così la quaglia non sa più quagliare
e poi chissà se l’avrà mai saputo,
mentre la notte giace orfana,
di vènti, di tempeste,
e del silente lampo, quello
che illumina le creste
alla montagna,
poi tu, pazientemente,
attendi il tuono.

Leonardo Barucca

One Response to “Un vento agreste”

    “Così la quaglia non sa più quagliare”
    Come no.
    Certi “poeti” non sanno più poetare.
    I muratori non sanno più murare.
    Certi critici non sanno criticare.
    E non ci sono proprio proprio più le mezze stagioni, e questo porca troia è proprio vero.

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