Poesie Senigalliesi » Blog Archive » Il saltimbanco dell’anima mia
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Son forse un poeta? No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell’anima mia: “follia”.
Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea
tornare ancor per uso a contemplarvi.
E tu non chieder la parola
che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe.
Se tacito, seduto in verde zolla,
delle sere io solea passar gran parte
mirando il cielo, ed ascoltando il canto
della rana rimota alla campagna,
mentre la lucciola errava appo le siepi
ormai non c’è che una nota
nella tastiera dell’anima mia: “nostalgia”.
Son dunque…che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell’anima mia.
E quinci e quindi stupefatto fui
ché dentro a li occhi tuoi ardeva un riso,
erano i capei d’oro a l’aura sparsi
che ‘n mille dolci nodi gli avolgea,
e ‘l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi, ch’or ne son sì scarsi,
al cor gentil rempaira sempre amore
come l’ausello in selva a la verdura:
d’in su la vetta della torre antica,
passero solitario, alla campagna
cantando vo, finché non more il giorno.
O nemico lettor, canto la Noia,
l’eredità del dubbio e dell’ignoto,
il tuo re, il tuo pontefice,
il tuo boia, il tuo cielo, e il tuo loto.
Non domandar la formula
che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba
e secca come un ramo.
Codesto solo oggi
noi possiamo dirti,
ciò che non siamo,
ciò che non vogliamo.

bubùsettete

2 Responses to “Il saltimbanco dell’anima mia”

    Questa non l’avevo letta… bellisima.

    Bubu7,
    oltre gli auguri,di prassi purtroppo,ti chiedo scusa se nulla di questa poesia ti ho mai detto.E’ talmente leopardiana-giocherellona-infinitamente abile nel suo strazio.Mi sarebbe piaciuta a me inventarla,te la ruberei.
    Se fosse possibile,la follia,allegra,solitudine.
    Non ti avevo capito.
    Modesto,potente,vivi , noti la campagna marchigiana e la esprimi con tale sesibilità che mi sento sciocco.
    Misti-separati,auguri e complimenti.
    dario.

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