Il tuo vino era forte, generoso.
Calore, profumo aveva
della nostra giovinezza,
quando i sogni fiorivan copiosi
nella notte
e noi fremevamo impazienti
alla pastoia.
Era il tempo delle fanfare,
delle divise,
ed un lievito d’eroismo
intrideva il pane;
a volte, mi chiedevo perfino
a quali imprese fossimo mai nati.
Ma la vita d’ogni giorno
gridava forte,
e di quando in quando, un prete,
santo e un po’ sordo,
ci riconciliava a Dio
con tre “Ave Maria”.
Così il Paradiso era di nuovo nostro.
L’adolescenza correva lieve
tenendo per mano
il sacro e il profano.
Dalla bottiglia in cotto,
sbocconcellata, stinta,
da bucanieri,
un odore schietto d’uva
si spande,
un sentore di cose lontane,
semplici, buone:
il viso di mia madre,
di tua madre,
il giardinetto dei ciliegi
dove tuo padre riposava,
l’asprigno delle susine
che predavamo nelle nostre scorribande
senza fine.
Ridda di volti, immagini,
situazioni,
tormenta dolcissima che turbina,
avvolge, empie, ricopre.
Ma poi la piena si placa,
il profumo più non si stempera,
la bottiglia incupisce…..
Un senso di desolazione
immenso,
solo, rimane…..
in memoria di Luigi Grossi
Nevio Catalani
AUGURONI E BUONE FESTE …
Left by enrico dignani on dicembre 8th, 2006