Su in alto
lontane luci
scagliate
nel grande cielo
di Parigi
Appena s’ode
la fisarmonica musette
portata dalla Senna
sino a quest’angolo
Due innamorati
stretti
abbracciati
si promettono
felicità eterna
Giurano il falso
e lo sanno
Ricordano
terre
lingue materne
Bambini giocavano
anche nel buio
senza paura
Timida
miagola la gattina
Vestito
di pesante malinconia
è partito con rabbia
il pittore
Picasso
riempe Palazzo Grassi
Gonfio d’amore
ancora
Come i tori
di Sangue e Arena
Sarebbe venuta
poi
decadenza fisica
cancellando
voglie bestiali
di giovani seni
Le tonde coscie
si strinsero
Cambiarono letto
Scendeva barcollando
Modì
Fame ed assenzio
Logoro
anche nell’anima
Era
la sua Livorno
lontana
come l’infanzia
aristocratica
i folli sogni
Pensieri miei:
Padova è distante
Con un bicchiere d’acqua
in mano
siedo per terra
Riccardo
dormirà
o giocherà con Fibi?
Tarda è la sera
A quest’ora
chi vuoi che mi pensi
Giusto così
Non merito altro.
Dario Ptrolati
Padova 13 novembre 2006
www.dariopetrolati.it