Se ‘n giorn’ ’n mago m’ chiedess’
chi t’ piac(e) o co’ vuresti ess’
e magari, sol’ p’ ‘n mument’,
d’ fa quel’ ch’ t’ vien’ in ment’,
‘i rispond(e)ria: “Famm’diventà
super-eroe d’ l’antichità:
p’ ‘n giorn sol’, nt’ i panni d’ Giov(e)
ch’ manda i fulm’ni e ch’ fa piov(e)”.
Dal mont’ Ulimp’alla t(e)nuta,
ormai famosa e risaputa,
‘ndo’ spess’ invita ‘l president’
tutti i ministri e altra gent’.
Da lassù Giov(e), senza ‘ rispett’,
‘i manda i fulmini e l’saett’,
‘l vent’, la grandina e l’ t(e)mpest’
ch’ hann’ da durà finanta st’ fest’.
Già, p’rchè lora la sann’ lunga.
c(i)’han’ l’ escort’ e ‘l bunga bunga;
dop ‘na magnata fann’ ’n ballett’,
enn cusì stuffi, ch’ vann’ a lett’.
E guarda ‘n po’, senza vulell’,
vann’ a durmì propi sa quell’!
‘l capo ha scelt’ la più blina,
‘na super escort’ magr(e)bina.
Se po’ c(e) foss’ ‘na piccoletta,
quella va ben’ sol’ s’è brunetta.
Facess’ ‘l mago, questa magia
nun ’ sol’ l’acqua ‘i mandaria,
pegg’ d’ quella v(e)nuta giu al nord’.
Vuria po’ ved’ a m(e)tt’ d’accord’
‘l terremot’ e i aquilani,
la mundezza e i napul(e)tani.
Nun c’è invidia, né cattiveria,
n’ so co’ dì, porca miseria,
se chi cumanda fa sti casini,
po’ ess ch’ ha ragion’ anch’ Fini;
n’ sai s’è mej andà all’elezion’
oppur pruvà a fa ‘n min(e)stron’.
Com ‘ la metti, la metti mal’,
n’ c(e) p(e)nsam’, fra pogh è Natal’!
F. Patonico.
Traduzione:
Ci vorrebbe una magia
Se un giorno un mago mi chiedesse
chi ti piace o cosa vorresti essere
e magari solo per un momento
di fare quello che ti viene in mente,
gli risponderei: “Fammi diventare
super-eroe dell’antichità:
per un giorno solo, nei panni di Giove
che manda i fulmini e che fa piovere.
Dal monte Olimpo alla tenuta,
ormai famosa e risaputa,
dove spesso invita il presidente
tutti i ministri e altra gente.
Da lassù Giove, senza rispetto,
gli manda i fulmini e le saette,
il vento, la grandina e le tempeste
che devono durare fino alle feste.
Già, perché loro la sanno lunga
hanno le escort e il bunga bunga;
dopo una mangiata fanno un balletto,
sono così stanchi che vanno a letto.
E guarda un po’, senza volerlo,
vanno a dormire proprio con quelle!
Il capo ha scelto la più bellina,
una super escort magrebina.
Se poi ci fosse una piccoletta,
quella va bene solo se è brunetta.
Facesse il mago, questa magia,
non solo l’acqua gli manderei,
peggio di quella venuta giù al nord.
Vorrei poi vedere a mettere d’accordo
il terremoto e gli aquilani,
la mondezza e i napoletani.
Non c’è invidia, nè cattiveria,
non so cosa dire, porca miseria,
se chi comanda fa questi casini,
può essere che ha ragione anche Fini;
non sai se è meglio andare alle elezioni
oppure provare a fare un minestrone.
Come la metti, la metti male,
non ci pensiamo, fra poco è Natale!
“Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
l’ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
generose travolse alme d’eroi,
e di cani e d’augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l’alto consiglio s’adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de’ prodi Atride e il divo Achille.
E qual de’ numi inimicolli? Il figlio
di Latona e di Giove. Irato al Sire
destò quel Dio nel campo un feral morbo,
e la gente perìa: colpa d’Atride
che fece a Crise sacerdote oltraggio.
Degli Achivi era Crise alle veloci
prore venuto a riscattar la figlia
con molto prezzo. In man le bende avea,
e l’aureo scettro dell’arciero Apollo:
e agli Achei tutti supplicando, e in prima
ai due supremi condottieri Atridi:
O Atridi, ei disse, o coturnati Achei,
gl’immortali del cielo abitatori
concedanvi espugnar la Prïameia
cittade, e salvi al patrio suol tornarvi.
Deh mi sciogliete la diletta figlia,
ricevetene il prezzo, e il saettante
figlio di Giove rispettate. – Al prego
tutti acclamâr: doversi il sacerdote
riverire, e accettar le ricche offerte.”
(Omero – Iliade, Libro I, vv. 1-29 – Trad. di Vincenzo Monti, 1825)
Left by Giuseppe Bottazzi on novembre 28th, 2010
quando e sovente succede
leggo poesie del mio dialetto senigalliese
subito mi prende un nervosismo
mi sento impacciato
provo difficoltà a capire subito
sento che sotto c’è
c’era qualcosa che io conoscevo eppure ora
provo difficoltà subito
poi la seconda volta sento un’emozione
qualche cosa di antico e pensa pensa
tornano ricordi persone luoghi
è il tempo passato che mi causa
’sto trambusto
pensandoci piano e con calma
ritorno anche a giocare
sul lungomare
anche d’inverno.
grazie Patonico.
dario
Left by Dario Petrolati on dicembre 3rd, 2010